Tensione in Pakistan: perché si protesta contro la Francia di Macron

Scontri violenti tra polizia e manifestanti. Ecco perché si protesta in Pakistan e perché c’entra la Francia.

(Screenshot video)

Nell’ultima settimana, in Pakistan si sono registrati diverse proteste e scontri violenti, soprattutto nelle città più importanti del paese. I manifestanti appartengono al gruppo radicale Tehreek-e-Labiak Pakistan (TLP), popolare soprattutto tra i sunniti. Alla base delle proteste in piazza c’è la volontà di mostrare dissenso nei confronti della Francia e in particolar modo del suo presidente, Emmanuel Macron.

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Proteste in Pakistan contro la Francia

(Photo by Yawar Nazir/ Getty Images)

È forte la tensione che negli ultimi giorni sta attraversando il Pakistan. Da circa una settimana sono incominciate una serie di proteste, indette dal gruppo radicale TLP, contro la Francia e in particolar modo contro le ultime affermazioni di Emmanuel Macron contro l’Islam. Il presidente francese, già 6 mesi fa, difendendo l’operato della rivista satirica Charlie Hebdo e ribadendo la loro libertà nel pubblicare vignette contro Maometto, aveva dato avvio ad una serie di proteste in molti paesi islamici, tra cui il Pakistan. Per rincarare la dose, Macron aveva anche definito l’Islam come una “religione in crisi” e nel frattempo ha varato una serie di misure restrittive in Francia atte a contrastare la diffusione dell’Islam radicale.

Le decisioni di Macron, tuttavia, sono sembrate un vero e proprio attacco alla religione e molti leader dei paesi islamici hanno ritenuto le sue parole un modo per “insultare e diffondere il culto dell’odio che era stato rafforzato ed esportato dai regimi coloniali“. Da allora, le proteste in questi paesi non si sono fermate, anzi. Per quanto riguarda il Pakistan, in particolare, il sentimento anti-francese è tornato più vivo che mai dopo l’arresto di Saad Rizvi, leader del TLP accusato di avere incitato una marcia nella capitale Islamabad per chiedere l’espulsione dell’ambasciatore francese nel paese.

I manifestanti sono scesi in piazza subito dopo l’arresto di Rizvi, avvenuto martedì. Ci sono stati scontri violenti tra la polizia e i contestatori, almeno due agenti sono stati uccisi e gli arresti sono stati centinaia. La situazione più critica si registra a Lahore, seconda città più grande del Pakistan, dove i manifestanti hanno preso il controllo di una parte della città e hanno bloccato diverse vie di trasporto.

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L’indomani, il primo ministro del paese IImra Khan, ha dichiarato illegale il TLP, motivo questo che ha fatto acuire ancor più le proteste. La situazione è talmente tesa che si teme anche per la vita dei francesi che vivono in Pakistan. Per questo giovedì l’ambasciata francese in Pakistan ha suggerito ai suoi cittadini e alle società francesi di abbandonare il paese temporaneamente.

 

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