Raggi si ricandida a Sindaco di Roma: le reazioni e i concorrenti

Virginia Raggi si ricandida a Sindaco Roma

Ricandidatura Raggi Sindaco Roma

La scadenza naturale è prevista, solo, per il 22 giugno 2021, ma, la lunga, lunghissima corsa, alla poltrona di Sindaco di Roma ha già un concorrente, si tratta della titolare, uscente, di quella che viene definita la ‘Quinta Carica dello Stato’, Virginia Raggi ha ufficializzato stasera la propria ricandidatura per il Campidoglio.

L’annuncio della Raggi, corre di nuovo da sindaco di Roma

La scelta del Sindaco, o Sindaca se preferite, era nell’aria da settimane ma ieri sera, lunedì 10 giugno, nella consueta riunione con i consiglieri della maggioranza pentastellata, Virginia Raggi ha sciolto la riserva: “Non ci sto ad apparecchiare la tavola per far mangiare quelli di prima – ha detto la prima cittadina ai suoi – Sono convinta che dobbiamo andare avanti”.  La decisione della Raggi, al momento, ha il sostegno, compatto, dei maggiorenti del Movimento 5 Stelle. Grillo aveva dato il via libera con il noto sonetto, Di Maio, Crimi, Di Battista e Fico sono già schierati, se non altro perché la scelta della Raggi spazza via, in maniera definitiva, il limite dei due mandati elettivi. Uno dei punti focali dell’idea iniziale di Gianroberto Casaleggio. Ma i grillini, ormai sono forza di governo da due anni e la realpolitik ha decisamente, e forse, necessariamente preso il sopravvento. Non ricandidare un sindaco uscente, dopo un solo mandato, equivale a dire che il mandato è andato male.

La reazione delle opposizioni

Non hanno dubbi, in tal senso, il coordinatore della Lega a Roma, Claudio Durigon e la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “La notizia della candidatura della Raggi a sindaco di Roma è davvero vergognosapiazza il colpo con durezza DurigonI cittadini la rimanderanno a casa”. Non meno netta la Meloni:“da ‘movimento dei cittadini’ a partito dei nuovi politicanti”. Il nodo, in casa centrodestra, si sposta ora su chi sfiderà la sindaca. I nomi in campo sono, in rigoroso ordine alfabetico, Roberta Angelilli, Giulia Bongiorno, lo stesso Durigon e Fabio Rampelli. Sullo sfondo anche tre nomi di grande peso come Guido Bertolaso, Andrea Augello e Franco Frattini. Il nodo verrà sciolto dopo le elezioni del 20 e 21 settembre quando saranno chiamate al voto Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta, più il primo turno delle amministrative e il referendum sul taglio dei parlamentari. Una test di livello nazionale che darà un segnale netto sui reali rapporti di forza.

Gli alleati della Raggi

Il nodo vero, per la ricandidatura della Raggi, sono quindi gli alleati del Governo giallorosso di Giuseppe Conte. Cosa faranno PD, LeU e Italia Viva? Al momento lo scenario è frastagliatissimo. Nel Pd c’è chi punta a sostenerla, come il vice di Zingaretti alla Regione Lazio, Daniele Leodori e chi la boccia con nettezza, il capogruppo in Campidoglio Pelonzi

Stessa musica da Italia Viva di Renzi: “Virginia Raggi si ricandida a governare (male) Romascrive su Twitter Ettore Rosato presidente del partitoItalia viva sarà da un’altra parte”. Più possibilisti, gli alleati di LeU. Ci sono, poi, da capire le intenzioni di Calenda. Nella maggioranza di governo lo scenario che si profila è a due sbocchi. Allearsi da subito, al primo turno, a sostegno della Raggi affiancandola, con un nome di peso o della società civile tipo Valerio Carocci il protagonista dell’esperienza Cinema America, oppure, andare in ordine sparso al primo turno e poi convergere sul meglio piazzato. In questo caso i nomi che girano negli ambienti PD sono, anche qui in ordine alfabetico, Sabrina Alfonsi, Roberto Gualtieri, Roberto Morassut e David Sassoli. Ma occhio al “Papa straniero” Carlo Calenda che sta scaldando con grande forza i motori. Segnaliamo, infine, la carta che potrebbe sparigliare tutto. Si chiama Monica Lozzi, è l’ex Presidente, grillina, del Municipio Roma VII, un territorio di 310.000 abitanti che va dai Castelli romani a Porta San Giovanni. E’ appena passata con Italexit No Euro per l’Italia di Gianluigi Paragone. I sondaggi li danno, già, al 4%. Potrebbe essere decisiva al ballottaggio.

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