Stadio della Roma, si fa strada l’idea della ristrutturazione del Flaminio

Stadio della Roma, ipotesi ristrutturazione del Flaminio

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Come diceva Agatha Christie “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova” una frase che si può facilmente attagliare alla situazione dello Stadio della Roma a Tor di Valle e all’ipotesi di abbandonare il progetto e di valutare altri scenari come un progetto ex novo a Fiumicino o Tor Vergata o la ristrutturazione del Flaminio. Vediamo il dettaglio.

Odissea Tor di Valle

Il presupposto del ragionamento è lo stato attuale del progetto. Iniziato, al 10 ottobre, 3174 giorni or sono, quasi dieci anni. Due conferenze di servizio e una delibera di pubblico interesse positive ma ad oggi nemmeno l’ombra della posa della prima pietra. A questo si somma l’estrema debolezza politica del sindaco Virginia Raggi che, ad oggi, non è in grado di garantire il completamento dell’ultimo passaggio. La votazione finale in Consiglio comunale. Per non tacere del fatto che tra nove mesi il Campidoglio potrebbe avere un nuovo inquilino.

Abbandonare il progetto

Tutto questo, unito alla spesa già sostenuta, 80 milioni di euro, alla necessità di dover stanziare una cifra importante per la realizzazione del progetto e il rischio, a ogni piè sospinto, di essere rallentato o bloccato da Comitati più o meno credibili, da inchieste a gettone e costruttori non coinvolti nel progetto determina il resto. Per questo motivo, nella testa di Dan Friedkin si sta facendo strada l’ipotesi di abbandonare il progetto. Ad oggi è un ipotesi remota, Tor di Valle resta nettamente in pole, ma un ipotesi che basandosi sugli indizi prende corpo. Ecco I tre indizi.

I tre indizi

Il primo indizio è Virginia Raggi. Da agosto a ogni occasione pubblica il sindaco non perde occasione per sostenere che l’iter dello Stadio della Roma è in dirittura d’arrivo e che entro settembre la delibera finale sarebbe stata votata in Aula Giulio Cesare. Siamo a ottobre e almeno entro i consigli convocati nel mese della delibera non c’è traccia. La seconda è la notizia, non smentita, di una cena tra Dan e Ryan Friedkin e Francesco Gaetano Caltagirone. Il principale costruttore di Roma, che, non coinvolto nell’ipotesi iniziale di Pallotta, è stato il più fiero avversario del progetto. Il terzo indizio è legato alla voci circolati da fonti qualificate, in particolare il quotidiano romano “Il Tempo” da sempre molto attento e puntuale sulla questione, di un piano B.

Stadio della Roma, il piano B

Il piano B fino a ieri verteva su due scenari. Spostare il progetto Tor di Valle armi e bagagli a Fiumicino, comune alle porte della Capitale dove Esterino Montino il sindaco rieletto nel 2018 che farebbe carte false per ospitare i lavori e accelerare l’iter. L’altra ipotesi è quella di Tor Vergata sui terreni di Caltagirone, garanzia assoluta di iter veloce e riuscito. Da ieri circola una terza ipotesi, complicata ma estremamente suggestiva. La ristrutturazione dello Stadio Flaminio.

Stadio della Roma, la ristrutturazione del Flaminio

Lo Stadio Flaminio sorge nell’omonimo quartiere di Roma ed è “l’erede” dello Stadio Nazionale Grande Torino. Fu costruito, su progetto del famoso ingegnere Pier Luigi Nervi e inaugurato nel 1959 a ridosso delle Olimpiadi di Roma. E’ sempre stato sotto utilizzato, soppiantato prima di vedere la luce dallo Stadio Olimpico, l’attuale impianto dove giocano Roma e Lazio. Dal 2011 lo stadio è stato di fatto abbandonato. Tornato nella disponibilità del Comune di Roma anche se la Fondazione degli Eredi Nervi ne detiene la proprietà intellettuale e i diritti morali sull’opera. Oggi si presenta in stato di degrado e di abbandono terra di nessuno e ostello di clochard. Ristrutturarlo non è facile. Ci sono vincoli architettonici e la zona è importante a livello archeologico. Ma la nuova Legge sugli Stadi potrebbe sbloccare la situazione. L’ipotesi di lavoro, secondo quanto apprende la Redazione di Cronaka12, verterebbe sul progetto di abbassamento del terreno al fine di ricavare nuovi posti. Si arriverebbe a circa 39.000. Si tratta di 14.000 spettatori in meno rispetto a Tor di Valle, ma considerando che la media spettatori della Roma negli ultimi dieci anni è di 36.120 il risultato non sarebbe cosi negativo. Il resto sarebbe rappresentato da lavori di ristrutturazione dell’impianto e la copertura della struttura esistente con modernissimi e sostenibili materiali mantenendo però intatto il cuore dell’idea di Pier Luigi Nervi. Se sarà un progetto concreto o una suggestione lo dirà solo il tempo. Noi intanto ve lo raccontiamo.

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