“Le sue considerazioni sono del tutto infondate dal momento che non è a conoscenza della realtà clinica che si vive nei pronto soccorso e nei reparti Covid” si legge nella nota di replica dell’ospedale.
Scontro acceso tra Roberto Burioni e il San Raffaele, l’ospedale milanese presso il cui ateneo insegna il virologo di fama mondiale. Al centro della polemica, un tweet in cui lo scienziato, da suo profilo “Medical Facts”, si scaglia contro quegli esperti che “dicono che i pronto soccorso sono affollati da persone in preda al panico”.
Alcuni dicono che i pronto soccorso sono affollati da persone in preda al panico, e può essere vero.
Ma quelle centinaia di persone che finiscono ogni giorno al cimitero a causa di COVID-19, sono spinte dal panico?
Basta bugie. Basta bugie. Basta Bugie.
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) November 10, 2020
Il post social è una risposta al direttore del reparto Malattie infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, secondo cui se oggi gli ospedali sono al collasso è a causa di quelle persone che intasano i pronto soccorso anche se asintomatiche. Il virologo ha suggerito a questi esperti di non diffondere notizie false in questa fase delicata dell’emergenza pandemica.
Questa volta, però, le parole dell’esperto hanno fatto infuriare l’Ospedale e il gruppo per cui lavora che, in una nota congiunta, “lo invitano a considerazioni più rispettose della verità e del lavoro altri”.
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La risposta del San Raffaele e del Gruppo San Donato
Pur riconoscendo “l’autonomia di espressione” del professor Burioni, il Gruppo San Donato e l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano hanno replicato in una nota datata 10 novembre. “In merito al tweet postato questo pomeriggio dal professor Roberto Burioni, nel quale si fa riferimento ai pronto soccorso, il Gruppo San Donato e l’università Vita-Salute San Raffaele si discostano dal pensiero del professore, in quanto le sue considerazioni sono del tutto infondate dal momento che non è a conoscenza della realtà clinica che si vive nei pronto soccorso e nei reparti Covid“.
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