Il Collegio elettorale vota Biden, Trump prosegue la lotta: i dati contestati

Nella notte italiana tra il 14 e il 15 dicembre il Collegio elettorale nazionale degli Stati Uniti ha confermato ufficialmente la vittoria del Democratico Joe Biden alle presidenziali dello scorso 3 novembre

Nomina Biden

“La democrazia funziona così, la democrazia ha prevalso” con queste parole, pronunciate dalla sua casa di Wilmington nello Stato del Delaware, il vincitore delle elezioni per la presidenza degli Stati Uniti, il Democratico Joe Biden, ha commentato l’esito del voto del Collegio Elettorale Nazionale.

Il voto per Biden dei Grandi Elettori del Collegio elettorale

Il voto dei 538 grandi elettori, 306 per Biden, 232 per Trump, era l’ultimo e decisivo passaggio formale prima delle nomina ufficiale. Ora manca solo il Giuramento sulla Costituzione di gennaio 2021 e a quel punto Biden, il 78enne ex vice di Barack Obama sarà il 46° presidente degli Stati Uniti.

Il percorso per arrivare al voto del Collegio elettorale per Biden

Ma non è stato facile arrivare al voto di ieri. La cronaca di questi 42 giorni che ci separano dal voto del 3 novembre è stata ricca di accuse e colpi di scena. Il presidente uscente il repubblicano indipendente Donald Trump venderà cara la pelle in sede legale. “Arriveremo fino alla Corte Suprema” ha minacciato in più occasioni. E lo farà

Le motivazioni di Donald Trump

I motivi sono chiari. Donald Trump è convinto che in, almeno, sei Stati il dato elettorale è stato falsato da brogli e omissioni di controllo. Ad oggi nessuna Corte di Giustizia ha confermato con una sentenza quanto affermato dal presidente uscente e dal suo Staff. Ma il dubbio è stato insinuato sia nella Popolazione che negli osservatori.

I dati del Voto Popolare

Il voto popolare è stato chiaro, Joe Biden ha raccolto 81.283.495 voti pari al 51,4% dei votanti. Trump si è fermato a 74.223.755 pari al 46,9%. Ma alle elezioni USA contano i singoli delegati che vengono assegnati negli Stati. Ed è proprio li che Trump punta il dito convinto che, nei cosiddetti “Swing State”, gli stati contesi, siano stati commessi brogli che hanno sovvertito il voto.

I Sei Stati contestati da Trump

Sei come detto le situazioni su cui il tycoon agirà in sede legale.

  • La Pennsylvania, che elegge 20 grandi elettori e dove Biden ha prevalso di 81.000 voti su 7 milioni di elettori. Raccogliendo peraltro oltre 1.900.000 voti postali.
  • Il Delaware, lo Stato di Biden, che elegge 4 grandi elettori e dove il Democratico ha prevalso per 90.000 voti.
  • Il New Hampshire, che nomina 4 grandi elettori e dove Biden ha vinto di meno di 60.00 voti.
  • La Georgia, che per statuto nomina 20 grandi elettori e dove il candidato del Partito Democratico ha superato quello del GOP di 11.000 voti su 5 milioni di elettori.
  • Il Nevada, 6 grandi elettori, con Biden avanti rispetto a Trump di 33.000 voti.
  • L’Arizona, 11 grandi elettori, dove la vittoria della coppia Biden-Harris è arrivata per 10.000 voti di vantaggio su 3 milioni di elettori. 

Il Collegio Nazionale nomina Joe Biden: la riedizione di Bush vs Gore

In sostanza circa 285.000 voti, dislocati nei vari Stati contesi molti dei quali provenienti dal contestato voto postale, su un totale di 155.507.250, lo 0.18%, hanno permesso di assegnare a Biden 65 dei 306 grandi elettori che ieri lo hanno confermato presidente. Senza i dati contesi il Democratico non avrebbe avuto la maggioranza. Una contesa a parti invertite di quanto accaduto nel 2000 tra il repubblicano George Bush e il democratico Al Gore.

—>>> Ti potrebbe interessare anche Elezioni USA, il caso Pennsylvania. Trump: “Vado fino alla Corte Suprema”

Il ricorso alla Corte Suprema

Come detto Trump non si arrenderà. Ha le risorse economiche ed il tempo necessario per combattere fino in fondo, fino alla Corte Suprema, la sua battaglia legale. Una battaglia che è soprattutto politica. Il primo atto della ricandidatura per le elezioni del 2024, candidatura che Trump annuncerà il giorno del giuramento di Biden. Uno strappo al Protocollo, uno strappo alla consuetudine di riconoscere la vittoria dell’avversario, uno strappo in un Paese lacerato, diviso e in piena crisi di nervi per i danni sociali ed economici della pandemia da coronavirus Covid-19. La presidenza di Joe Biden non inizia davvero sotto una buona stella.

 

Impostazioni privacy