Vaccino Covid, un’infermiera dello Spallanzani la prima ad usarlo in Italia

Sarà un’infermiera dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma la prima persona in Italia a ricevere il vaccino anti-Covid. La vaccinazione avverrà domenica 27 dicembre. I dettagli

Vaccino Covid infermiera Spallanzani

Da domenica 27 dicembre si parte, il vaccino contro il coronavirus Covid-19 della Pfizer-BioNTech approvato ufficialmente ieri dall’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali, sarà ufficialmente messo in circolazione.

Si parte dallo Spallanzani di Roma

La prima struttura italiana ad utilizzarlo sarà l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, l’eccellenza della Sanità italiana ed europea che, per prima in Italia, ha isolato e curato i due turisti cinesi che nel gennaio 2020 risultarono infettati.

Covid, il 27 dicembre il V-Day: si parte con un’infermiera dello Spallanzani

Il 27 dicembre sarà una sorta di prova generale di quello che, nei piani del Governo, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Comitato Tecnico Scientifico sarà un progetto di vaccinazione di massa. Una sorta di V-Day, il vaccino day.

Il piano complessivo

Il piano complessivo prevede la diffusione di almeno venti milioni di dosi di cui undici nel primo trimestre 2021 e serviranno a coprire la categorie più esposte e quelle più fragili. Vuoto per pieno si parla di un milione e mezzo di lavoratori sanitari e socio-sanitari, seicentomila ospiti delle residenze sanitarie per anziani e quasi cinque milioni di persone anziane over 75.

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Il primo vaccino anti Covid ad un’infermiera dello Spallanzani

Come si legge nella nota ufficiale diffusa dalla Regione Lazio nel primo giorno di distribuzione all’Istituto Spallanzani saranno vaccinate cinque persone e precisamente una infermiera, un operatore socio sanitario (OSS), una ricercatrice e due medici. Da quel momento la macchina si metterà in moto con l’obiettivo, entro l’autunno del 2021, di coprire tutta la popolazione italiana. Ricordiamo che il vaccino non è obbligatorio ma fortemente consigliato ed è al momento la sola possibilità conosciuta per arginare e ridurre la diffusione del coronavirus che, solo in Italia, dato del 21 dicembre ha colpito 1.964.504 cittadini uccidendone 69.214.

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