Il caso di Emanuele Scieri, ucciso nella caserma di Pisa nel 1999

Sono passati oltre 20 anni dall’omicidio di Emanuele Scieri, il giovane paracadutista morto nella caserma Gamerra di Pisa. La famiglia chiede ancora giustizia ma c’è una novità: la Cassazione ha risolto il conflitto di giurisdizione tra il tribunale militare e ordinario.

il caso di emanuele scieri
Emanuele Scieri

Era il 13 agosto 1999 quando Emanuele Scieri morva a 26 anni precipitando dalla torre di asciugatura dei paracadute della caserma Gamerra di Pisa. Il cadavere del giovane allievo paracadutista siracusano venne poi ritrovato tre giorni dopo. A distanza di quasi 22 anni dal crimine, non è ancora stata fatta giustizia sul suo omicidio. L’inchiesta vede attualmente indagate 5 persone, che al tempo prestavano servizio insieme a lui nella stessa caserma pisana.

Sono Alessandro Panella e Luigi Zabara, già caporali dell’Esercito in congedo, Andrea Antico, caporal maggiore capo dell’Esercito, il generale Enrico Celentano e l’ex Ufficiale Salvatore Romondia. Mentre per i primi tre l’accusa è di omicidio volontario in concorso pluriaggravato, per gli altri due indagati il reato contestato è di favoreggiamento.

Il caso della morte di Scieri fu per anni archiviato come suicidio, ma nel 2017 una nuova perizia sul corpo della giovane vittima diede l’impulso a nuove indagini. La professoressa Cristina Cattaneo, direttore del “Laboratorio di antropologia e odontologia forense”, riuscì infatti a trovare nei resti riesumati ulteriori lesioni rispetto a quelle emerse dai passati esami autoptici, rafforzando la versione dell’accusa che vedeva PanellaZabaraAntico rei di averlo ucciso.

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La dinamica dell’omicidio di Emanuele Scieri

Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta della procura di Pisa, Emanuele Scieri fu sorpreso al telefono da Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico, i quali pensarono di punirlo. Al giovane allievo paracadutista intimarono prima di svestirsi parzialmente e poi lo percossero. Per fuggire alle violenze, considerate “inaudite”, dopo essersi rivestito, cercò di salire sulla scala della torre arrampicandosi dal lato esterno. Nel frattempo però, come testimoniato dalle lesioni rinvenute sul cadavere, i colpi non cessarono.

A causa delle percosse Scieri perse così la presa e precipitò da circa 10 metri di altezza. Il suo cadavere rimase ai piedi della torre di asciugatura dei paracadute fino al 16 agosto. A coprire i tre caporali ci pensarono poi Enrico Celentano e Salvatore Romondia. Le indagini sull’omicidio svelarono così gli episodi di nonnismo che si verificavano all’interno della caserma Gamerra di Pisa: secondo quanto emerso, lì “avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia”.

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Caso Scieri: il processo

A causa di un conflitto di giurisdizione, il processo che vede imputati Alessando Panella, Luigi Zabara, Andrea Antico, Enrico Celentano e Salvatore Romondia ha allungato i tempi. Il problema era insorto tra il giudice per le indagini preliminari del Tribunale militare di Roma e il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pisa: solo uno dei due avrebbe potuto tenere il processo.

La situazione sembra però adesso essersi sbloccata. La prima sezione penale della Cassazione ha infatti risolto il conflitto giurisdizionale stabilendo che ad occuparsi del processo per l’omicidio di Emanuele Scieri deve essere la magistratura ordinaria. Gli atti sono stati trasmessi al Gip del Tribunale di Pisa e il 29 marzo si terrà l’udienza preliminare. La Procura militare aveva chiesto il rinvio a giudizio di Panella, Zabara e Antico per omicidio pluriaggravato.

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