Shining: che fine ha fatto il bambino Danny Torrance (Danny Lloyd)?

Se vi state chiedendo che fine abbia fatto Danny Lloyd, bambino che interpretava Danny Torrance in Shining, la risposta potrebbe sorprendervi, o quasi. Una cosa è certa: Lloyd non fa più l’attore.

Danny Lloyd as Danny Torrance in The Shining (Credit: Warner Bros)

Aveva esordito ad appena 8 anni, nel 1980, come attore in Shining, niente di meno che in un film di un genio come Stanley Kubrick. Oggi quel bambino ha cambiato completamente volto o, per meglio dire, mestiere. Oggi quel bambino “prodigio” è un insegnate di biologia in una scuola di Elizabethtown nel Kentucky e di scienze in un’altra scuola nel Missouri.

Una carriera brevissima quella del piccolo attore che oltre a Shining comparve solo in un altro film televisivo: Will: The Autobiography of G. Gordon Liddyun film sconosciuto per la maggior parte del pubblico. Ma c’è di più, avete presente la scena in cui in Doctor Sleep un uomo con un berretto commenta la partita di baseball dei bambini? Ebbene sì, quell’uomo è proprio Danny Lloyd, che nel 2019 prese parte alle riprese del sequel dell’iconico Shining. Dopo nessuna apparizione, ma solo energie per la carriera da insegnante.
Sembra proprio che Kubrick scelse Lloyd per le sue ottime capacità di concentrazione durante le riprese, pur avendo solo 8 anni.

Nel corso di una intervista, riportata dal sito http://www.ilcineocchio.it Danny Lloyd ha spiegato come il fatto di essersi allontanato dalle scene sia dettato un po’ dalla non estrema passione per la carriera da attore, rispetto a quella degli studi dopo diversi provini non andati per il meglio: “Non trovai questi rifiuti seccanti. Mi è sempre piaciuto fare provini. È stato eccitante. Ma quando sono diventato un po’ più grande, è diventato un po’ noioso. Quindi ho dovuto dire ai miei genitori che ero pronto a smettere. E loro accettarono la cosa. Non sono mai stati genitori in cerca dei riflettori. Si assicurarono che avessi una normale educazione. Non mi pento di aver provato a recitare. E non mi pento nemmeno della decisione di smettere. Alla fine, non è stato un grosso problema. Cioè, lo è e non lo è. Devo ancora valutare le verifiche a scuola, mettere i miei figli a letto. Tutta la roba normale!”.

 

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