Usa, slitta la decisione sul vaccino Johnson & Johnson: ulteriore ritardo nelle consegne in Europa

Rinvio della decisione delle autorità Usa sul vaccino Johnson & Johnson, sospeso in via cautelare dopo 6 casi di trombosi

(Getty Images)

Occorrerà attendere ancora per conoscere la decisione delle autorità sanitarie degli Stati Uniti sul destino del vaccino Johnson & Johnson, la cui somministrazione è stata sospesa in via precauzionale dopo 6 episodi di trombosi, che hanno coinvolto giovani donne, di cui uno mortale. Gli esperti statunitensi del CdC, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, ritengono necessari ulteriori dati e così hanno differito la decisione sulla ripresa della vaccinazioni con le dosi di Johnson & Johnson dopo lo stop cautelativo di cui sopra.

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Secondo i media Usa, gli esperti si riuniranno nel giro di 7-10 giorni, ragion per cui il differimento della decisione rischia di causare un rallentamento del piano vaccinale negli Stati Uniti e, con un effetto domino, un ulteriore ritardo nelle consegne in Europa e, quindi, nel nostro Paese.

AIFA: “Verosimile che il vaccino Johnson & Johnson possa essere solo per over 80

È verosimile che il vaccino anti-Covid di Johnson & Johnson possa essere limitato agli over 60“, così Patrizia Popoli, Presidente della Commissione tecnica-scientifica dell’AIFA. Il vaccino Johnson & Johnson, ha precisato Popoli, utilizza la stessa tecnologia a vettore virale usata anche per il vaccino di AstraZeneca, pertanto “se anche gli eventi avversi rari osservati risulteranno simili a quelli osservati per il vaccino AstraZeneca, è verosimile che si adotteranno misure analoghe. È una possibilità concreta“.

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“Sullo stop del lancio del vaccino Johnson & Johnson in Europa non sono preoccupato per la sostanza dei fatti ma per le ripercussioni sull’opinione pubblica. Questi continui stop and go non è che siano positivi, anche se la gente dovrebbe capire che abbiamo 400 morti al giorno e il vaccino dà straordinari benefici. Certo ci sono anche degli effetti collaterali, rarissimi, ma il rapporto di causa ed effetto è ancora un’ipotesi“, le ha fatto eco il farmacologo Silvio Garattini, Presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”.

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