Razzo cinese: ecco quando potrebbe colpire l’Italia

Si riduce ulteriormente la finestra di incertezza riguardo alla tempistica del rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre del razzo cinese: ecco quando potrebbe colpire l’Italia

(Getty Images)

La Protezione Civile ha diramato un’allerta in merito al rientro incontrollato nell’atmosfera del secondo stadio del razzo cinese “Lunga marcia 5B“. Tre le traiettorie che potrebbero coinvolgere l’Italia, con porzioni di 9 Regioni del centrosud che potrebbero essere investite da una pioggia di frammenti: Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Di conseguenza, il Comitato Operativo della Protezione Civile, convocato dal capo Dipartimento, Fabrizio Curcio, ha raccomandato di stare al chiuso e non in luoghi aperti dal momento che “è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici“. Le previsioni di rientro -si legge nella nota- saranno soggette a continui aggiornamenti che consentiranno di ridurre di ridurre ulteriormente la finestra di incertezza riguardo al momento e al luogo del rientro.

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Il rientro è previsto tra le 2.24 e le 8.24 di mattina del 9 maggio, con un margine di incertezza di 6 ore, ridottosi rispetto alle nove ore di ieri ma ancora troppo ampio per circoscrivere con precisione l’area dell’impatto e la relativa tempistica, secondo i dati più aggiornati del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad). Come detto, l’Italia centro-meridionale fa parte della vastissima zona nella quale potrebbe avvenire il rientro e che comprende l’intera Africa, l’Asia meridionale, l’oceano Pacifico, l’Australia, parte del Nord America, l’America centrale e parte del Sud America.

Razzo cinese, ecco dove potrebbe colpire l’Italia. Fotografato nel cielo di Roma

Il razzo intanto è ormai visibile a occhio nudo ed è stato fotografato nel cielo di Roma: a immortalarlo è stato l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. “L’osservazione era possibile agilmente ad occhio nudo e l’oggetto appariva chiaramente lampeggiante a causa della sua rotazione su se stesso: per questo la traccia registrata nella fotografia mostra una fitta serie di tratti luminosi”.

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Intanto Pechino cerca di rassicurare: secondo fonti del Ministero degli Esteri della Cina, infatti, il rischio di danni sulla Terra provocati dalla ricaduta del secondo stadio del vettore, lanciato il 29 aprile per inviare nello spazio il primo modulo della stazione spaziale orbitante, “è estremamente basso” anche perché dovrebbe distruggersi completamente al rientro nell’atmosfera terrestre.

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