Pedopornografia, blitz in tutta Italia: arrestate 13 persone

Pedopornografia, dopo un’indagine durata un anno e mezzo scattano le manette da Nord a Sud: 21 persone sono invece indagate

Getty Images

Tredici persone arrestate ed altre ventuno denunciate. Ancora un’operazione da parte della Polizia di Stato contro la pedofilia. Le accuse rivolte alle persone coinvolte sono detenzione, divulgazione e cessione di materiale pedo-pornografico.

Le indagini sono state attente e silenziose e hanno avuto la durata di un anno e mezzo, condotte dalla Procura di Palermo e dal Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sicilia Occidentale. Decisivo il  coordinamento del Servizio Centrale, presso il Centro Nazionale per il Contrasto della pedopornografia on-line (C.N.C.P.O.).

Tra i tredici arresti (in altrettante città italiane da Nord a Sud) sono coinvolti cittadini italiani e stranieri, lavoratori autonomi e anziani. Il materiale sequestrato è di oltre 250mila file ritraenti atti sessuali con minori, addirittura neonati, o scena tra adulti e bambini, anche di violenza.

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Blitz contro pedopornografia, lavoro svolto con infiltrati nella rete di scampo materiale

Polizia (foto Ansa)

Gli investigatori sono riusciti a individuare le persone coinvolte grazie al lavoro svolto sotto copertura iniziato nell’ottobre 2019. Grazie alla normativa specialistica di contrasto, degli agenti sono stati infiltrati nelle rete dei pedofili, scambiando materiale e ottenendo informazioni. Così sono riusciti a individuare le connessioni.

Il lavoro non è stato portato avanti solo con le più avanzate tecnologie ma anche con i classici pedinamenti e osservazioni. Quando è scattata l’operazione con le perquisizioni domiciliari, sono stati sequestrati molti dispositivi elettronici contenente i file, spesso nascosti in oggetti di uso comune come confezioni per farmaci.

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Comprese le ventuno persone indagate a piede libero, tra tutte le persone coinvolte i profili sono diversi come già altre operazioni hanno dimostrato: si va dai più bassi titoli di studi alle lauree, dalla gioventù ad età più avanzate, quindi dal pensionato al libero professionista, autonomo e dipendente.

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