Youns El Boussettaoui: l’altra verità sull’omicidio di Voghera

Youns El Boussettaoui, l’assessore Adriatici seguiva il ragazzo prima del suo colpo mortale e del suo omicidio, dai filmati è emerso qualcosa.

L’assessore alla Sicurezza della Lega, veniva chiamato “lo sceriffo” è Massimo Adriatici il quale ha sparato con una pistola il marocchino uccidendolo. Il caso divenne subito nazionale, era il 20 Luglio 2021, l’opinione pubblica si divise in legittima difesa o violenza incondizionata.

Youn El Boussettaoui, alcuni nuovi dettagli emergono dai video della sorveglianza (Foto dal web)
Youn El Boussettaoui, alcuni nuovi dettagli emergono dai video della sorveglianza (Foto dal web)

Alcuni nuovi elementi sono emersi dall’inchiesta nella sparatoria di Voghera, dove ha perso la vita l’uomo marocchino, l’assessore alla sicurezza Massimo Adriatici è attualmente agli arresti domiciliari.

Dagli ultimi filmati esaminati dalla Procura di Pavia c’è un video che ha mostrato come la vittima sia stata seguita in diverse vie della città dall’assessore prima di commettere il brutale omicidio.

Un nuovo dettaglio è emerso nell’inchiesta, c’è un video che potrebbe evidenziare una coincidenza anomala e inverosimile, secondo alcuni esami della Procura di Pavia, l’uomo avrebbe rintracciato la vittima seguendolo per alcune vie della città.

L’assessore alla sicurezza è stato sanzionato con gli arresti domiciliari dopo la convalida del processo per eccesso colposo di legittima difesa, durante la sparatoria che ha freddato l’uomo di 38 anni e di origini marocchine.

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Youns El Boussettaoui, Massimo Adriatici ha pedinato la vittima per le vie della città prima di freddarlo

Secondo una prima lettura dei filmati, quello di Massimo Adriatici potrebbe sembrano un pedinamento in piena regola, l’uomo ha cercato di smentire dichiarando che la sua “ronda” era uno dei tanti controlli che svolgeva per la sua attività di assessore.

L’assessore ha negato la volontà di uccidere l’uomo marocchino, mentre il pubblico ministero ha chiesto l’incidente probatorio per riuscire a fermare alcune testimonianze circa la morte della vittima.

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Gli avvocati della parte lesa hanno sottolineato che qualche giorno prima della sparatoria, il padre e il fratello dell’uomo marocchino, stavano cercando disperatamente il 38enne, il quale si era allontanato da un ricovero ospedaliero dovuto ad alcuni problemi psichici dei quali soffriva da diverso tempo.

Questo non giustificherebbe la violenza gratuita utilizzata dall’assessore alla sicurezza nei danni dell’uomo disarmato, gl inquirenti stanno cercando di mettere i puntini sulle i e cercare altri dettagli che riescano a delineare in maniera più chiara la situazione nella quale si trovano le due controparti.

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