Ritirato dal mercato GELATO in vaschetta | allarme ossido di etilene: controlla i lotti

Fate attenzione ai seguenti lotti di gelato in vaschetta: sono stati ritirati per contaminazione da ossido di etilene.

gelato in vaschetta contaminato
gelato in vaschetta contaminato (fonte pexels)

D’estate le alte temperature ci spingono a consumare alimenti prevalentemente freddi e idratanti. Via libera dunque a frutta e verdura di stagione, acqua fresca, granite, ghiaccioli e agli amatissimi gelati.

Che siano serviti in gelateria, o attinti dal banco frigo di un supermercato, poco importa: il gelato resta uno dei piaceri dei mesi più caldi, e popola la case di milioni di italiani. Attenzione però ai seguenti lotti: sono stati segnalati e ritirati dal commercio per contaminazione da ossido di etilene. Scopriamo quali e perché restituirli immediatamente al supermercato che li ha distribuiti.

Gelati in vaschetta contaminati da ossido di etilene: ecco quali

gelato in vaschetta contaminato
gelato in vaschetta contaminato (fonte pexels)

Il portale “Il Fatto Alimentare” comunica ai consumatori che diversi lotti di gelato alla vaniglia a marchio “Häagen-Dazs” sarebbero contaminati da ossido di etilene. Nello specifico, si tratta dei barattoli 460 ml con i termini minimi di conservazione 15/07/2022, 03/08/2022, 05/08/2022, 13/12/2022, 19/01/2023, 16/02/2023, 06/04/2023, 20/04/2023, 08/05/2023 e 16/05/2023. Le date di scadenza fanno riferimento ai lotti di produzione degli stessi.

Scopriamo perché è fondamentale evitare l’esposizione all’ossido di etilene. Tale sostanza gassosa ha rilevanti capacità disinfettanti e disinfestati contro batteri, funghi e virus. Viene principalmente impiegato negli ospedali per sterilizzare i dispositivi medici e chirurgici, e sarebbe quindi estraneo al ciclo produttivo alimentare. A questo punto vi chiederete: com’è possibile che l’ossido di etilene venga a contatto con alimenti apparentemente innocui, come i gelati in vaschetta?

La risposta è molto semplice: molto spesso, tale disinfettante è utilizzato per decontaminare i silos e i magazzini dove sono conservate i materiali alimentari prima del loro ingresso nel ciclo produttivo. Grazie ad alcuni studi, gli esperti hanno evidenziato importanti correlazioni tra ossido di etilene e l’insorgenza del cancro, specialmente di quello al seno. Tale contaminante sembrerebbe inoltre covare caratteristiche mutogene, provocando modifiche nel DNA del consumatore. Tale casistica potrebbe provocare la replica repentina di diverse cellule cancerogene, e degenerare in vera e propria patologia.

Sembra inoltre possedere caratteristiche tossiche, se inalato dagli esseri umani. I sintomi più facilmente ravvisabili sono irritazioni e sensibilizzazioni cutanee, nonché effetti narcotici sui consumatori. L’esposizione può inoltre provocare cefalee, nausea, vomito, vertigini, contrazioni muscolari e perdite di coscienza. Per tali ragioni raccomandiamo di controllare attentamente i nostri freezer: la tentazione golosa potrebbe costarci assai cara!

 

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