Le ricorrenti fitte al ginocchio possono essere il segnale indicatore di una patologia cronica: occhio all’insorgenza di altri sintomi rivelatori.
I dolori articolari possono dipendere da svariati fattori. Cambi di umidità e di stagione, nonché sforzi fisici particolarmente pesanti possono originare infatti dolorose fitte a carico delle ginocchia, impedendoci la piena libertà di movimento.
In altri casi, però, possono essere il primo campanello di allarme per una patologia progressiva che va immediatamente monitorata: si tratta dell’osteoporosi. Vediamo in cosa consiste tale malattia, come ravvisarne i sintomi e quali contromisure adottare in caso di diagnosi.
Fitte al ginocchio e osteoporosi: i dolori iniziali possono essere premonitori
L’osteoporosi si configura come una malattia metabolica che provoca il graduale indebolimento della massa ossea nell’organismo. A causa di questo processo di deterioramento, le ossa risulteranno inevitabilmente più fragili e soggette a pericolose fratture.
Esistono sostanzialmente due tipi di osteoporosi: quella primitiva, che solitamente aggredisce gli anziani e le donne nella fase delicata della menopausa, e quella secondaria. Quest’ultima deriva spesso dal prolungato uso di farmaci osteopenizzanti, che contribuiscono, come il nome suggerisce, alla perdita di massa ossea. Anche la presenza di alcune patologie endocrine può facilitare lo sviluppo dell’osteoporosi, come ad esempio il morbo di Cushing, l’ipertiroidismo e il diabete mellito. Allo stesso tempo anche le disfunzioni dell’apparato gastrointestinale rendono maggiormente predisposti alla degradazione della massa ossea. Ne sono un esempio il morbo di Crohn, la celiachia e l’insufficienza renale, tra le altre.
Vediamo quindi i sintomi più comunemente ravvisati in caso di osteoporosi. Le fitte al ginocchio sono sicuramente il primo alert a cui prestare attenzione, unitamente a calcoli renali e dolori localizzati su collo, anche, mani e polsi. Anche le deformazioni della colonna vertebrale, come l’ipercifosi e l’iperlordosi possono segnalare un’imminente aggravarsi della patologia: in generale è consigliabile non sottovalutare ogni dolore a carico dell’apparato scheletrico.
In caso di dubbio, consigliamo di rivolgersi immediatamente ad uno specialista del settore, in modo da fugare o accertare la presenza della patologia. Occorre in primis implementare l’assorbimento della preziosa vitamina D, in pole-position per favorire l’assorbimento di calcio nell’intestino, e alleata per una corretta mineralizzazione delle ossa. Per quanto riguarda la terapia farmacologica sarà il nostro specialista di fiducia a formulare un piano ad-hoc in linea con il nostro quadro clinico.