Se consumate abitualmente il kefir, prestate attenzione a questi effetti collaterali: non è adatto a tutti.
Il kefir ha negli ultimi anni conquistato molti consumatori italiani, e il motivo è presto detto.
Questa bevanda, infatti, vanta un processo di fermentazione molto utile all’organismo. Il kefir è notoriamente composto da granuli immersi in un liquido, sia esso latte, acqua o succo di frutta. Per tale ragione è un alimento ideale per le persone intolleranti al lattosio, ma potrebbe altresì arrecare alcuni effetti collaterali ad altri soggetti non predisposti al consumo.
Vediamo nel prossimo paragrafo quali sono le controindicazioni più comuni al consumo di kefir.
Tradizionalmente, il kefir può arrecare molti benefici all’organismo umano. Questa bevanda fermentata, in effetti, è in grado di apportare molti batteri “buoni”, utilissimi per una buona salute intestinale.
Per tale ragione il kefir si traduce spesso in un alleato formidabile per l’apparato digerente e per il microbioma intestinale, ma occorre assumerlo con le dovute precauzioni. Suggeriamo infatti di introdurlo gradualmente nella dieta, valutando con attenzione gli effetti immediati ad personam. Il sistema digestivo potrebbe infatti rivelarsi sovraffaticato dall’assunzione di kefir, e smaltirlo risulterebbe quindi difficoltoso.
Gli effetti collaterali più facilmente ravvisabili sono: crampi, gonfiore toracico, dolore allo stomaco, costipazione o, al contrario, diarrea, e infine persino irregolarità nel ritmo cardiaco. È inoltre sconsigliato in caso di diabete: può influire infatti sui livelli di insulina nel corpo. La sua assunzione, a livello di nutrienti, risulta paragonabile all’ingestione di pane bianco. Inoltre, molti produttori aggiungono zucchero alla miscela per renderlo più appetibile, aumentando così il suo indice glicemico.
Anche in caso di un sistema immunitario K.O., il kefir dovrebbe essere assunto con moderazione. I suoi batteri “buoni”, infatti, risultano benefici per i soggetti sani, ma potrebbero aggravare le condizioni di quelli con basse difese immunitarie. Lo stesso vale per le malattie congenite: in entrambi i casi, è sempre meglio consultare un medico competente.
In ultima analisi, il kefir è in grado di apportare numerosi benefici all’organismo, ma molto dipende dalla condizione clinica del consumatore. Soprattutto durante i lunghi mesi invernali, in cui il sistema immunitario viene costantemente minacciato da virus e batteri, consigliamo di rivolgersi ad uno specialista. La salute passa sempre dalla tavola, e occorre monitorare attentamente le reazioni del nostro corpo anche ad alimenti apparentemente innocui!
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