Inquilini e Proprietari sul piede di guerra: arrivano le intimazioni di sfratto

Inquilini e Proprietari sul piede di guerra

Sfratto

Come se non bastasse la pandemia da coronavirus  covid-19, la drastica discesa del Prodotto Interno Lordo e le funeste previsioni sulle possibilità di ripresa economica, sulla fragile pelle del mondo produttivo italiano, soprattutto commercianti, piccolissima, piccola e media impresa, si sta per abbattere una nuova catastrofe: la lettera con l’intimazione di sfratto. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.

Arrivano le intimazioni di sfratto

Con il Decreto Cura Italia, varato dal Governo di Giuseppe Conte lo scorso 18 marzo, in pieno lockdown, erano stati sospesi gli sfratti per morosità fino al 31 agosto 2020. La procedura operava in maniera automatica senza la necessità di domande o istanze. Ma si trattava di una scelta ottimistica, basata sulla scommessa di una rapida soluzione del problema coronavirus. Nel successivo Decreto Rilancio, convertito in legge lo scorso 16 luglio, l’Esecutivo, oltre ad aver inserito alcune agevolazioni e detrazioni ha sancito che  l’esecuzione degli sfratti fosse stata posticipata al 31 dicembre 2020. Ma la questione di fatto non è risolta, solo posticipata rischiando ora di farla diventare una bomba sociale ed economica pronta ad esplodere. E’ di queste ore, infatti, la notizia che stiano giungendo, su tutto il territorio nazionale, “informazioni di sfratto per morosità e contestuale citazione di convalida”. In poche parole l’avviso di sfratto. La maggior parte di queste comunicazioni sono indirizzate verso esercizi commerciali che, come è immaginabile, hanno visto crollare drasticamente ogni tipo di incasso.

Cosa succede adesso

La situazione diventa ora incandescente. Da un lato gli inquilini si trovano ad avere sulla propria testa una vera e propria spada di Damocle. Se non interverranno altri interventi legislativi, infatti, dal 1 gennaio 2021 sarà possibile procedere allo sfratto esecutivo senza ulteriori proroghe. Dall’altro lato, i proprietari dei locali, soprattutto quelli afferenti a Confedilizia, lamentano un crollo verticale del valore del proprio immobile. In mezzo, come spesso accade, la politica che in qualche modo dovrà dare una risposta certa a questo stato di cose.

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