Bonus Inps, lo chiedono anche cinque parlamentari: lo stipendio non bastava

Bonus Inps 600 euro, lo chiedono cinque parlamentari

Bonus Inps Deputati

La notizia è di quelle che fanno saltare sulla sedia, la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, l’Inps, ha scoperto, da riscontri incrociati, che ben cinque parlamentari, e un noto conduttore televisivo, hanno richiesto il Bonus da 600 euro. Il Bonus, è stato varato a marzo, con il Decreto Cura Italia, dal Governo Conte, per alleviare, in minima parte, il danno economico patito dai possessori di Partita IVA durante il lockdown dovuto al contenimento della diffusione della pandemia da coronavirus covid-19.

Come funziona

Sottolineiamo, con forza, che la richiesta non costituisce reato, anzi è nel pieno diritto dei richiedenti, il tema semmai è politico e soprattutto di opportunità. La sostanza è che non è giusto, e nemmeno corretto, richiedere 600 euro di bonus, riducendo la capienza complessiva di quanto messo a disposizione dallo Stato per mezzo dell’INPS, quando, nelle proprie tasche, scivolano ogni mese 12.439 euro netti. A tanto ammonta lo stipendio medio di un Parlamentare.

La polemica politica sul Bonus INPS ai parlamentari

La notizia la rivela l’edizione oggi in edicola del quotidiano “La Repubblica”, ma viene ripresa, con vari livelli di rabbia e indignazione, anche da tutti gli altri organi di informazione. La questione, ovviamente, non sfugge ai leader politici che la stigmatizzano con nettezza. Apre le danze il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “È vergognoso, indecente. I nomi sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto”. Gli fa eco l’alleato di governo, il Segretario del PD e Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti che su Facebook scrive: “Posso dire che è una vergogna”.

Durissima la presa di posizione di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che su twitter, oltre a stigmatizzare la scelta dei deputati, attacca l’esecutivo: “Che un decreto del governo lo permetta è una vergogna”. 

La questione Privacy

Come detto la richiesta non costituisce reato, e i nomi dei beneficiari sono coperti da privacy, ma su questo versante, il leader del neonato movimento, Italexit, l’ex deputato del Movimento 5 Stelle, Gianluigi Paragone in una diretta facebook non usa messi termini: “Vogliamo i nomi, altro che privacy! Devono essere sputtanati! Si devono vergognare!”

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