Coronavirus, avviso di garanzia per Conte e sei ministri: oltre 200 denunce

Coronavirus, avviso di garanzia dai PM di Roma per Conte

Coronavirus avviso garanzia Conte

Arriva una nuova grana sul tavolo del Governo del Premier Giuseppe Conte relativamente alla questione coronavirus, una grana, non pesante, ma sicuramente fastidiosa e, per alcuni versi insidiosa, è di queste ore la notizia che, a Palazzo Chigi, è stato notificato, un avviso di garanzia per il premier e per Ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza.

L’avviso di garanzia e i reati contestati

L’avviso di garanzia, ricordiamo, è un atto dovuto da parte degli inquirenti, per informare il cittadino coinvolto, che si sta indagando sul suo conto. Gli avvisi sono frutto di una serie di denunce ed esposti, oltre i 200, giunte alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, quella territorialmente competente per i palazzi della politica. Le denunce e gli esposti sono giunti a Roma, da tutto il territorio nazionale. I reati per cui sono state sporte le denunce sono: pena in concorso, articolo 110 del codice penale, delitto di epidemia, articolo 438, delitti colposi contro la salute pubblica, articolo 452, omicidio colposo, articolo 589, abuso d’ufficio, articolo 323, attentato contro la costituzione dello Stato, articolo 283 e delitti contro i diritti politici, articolo 249.

La nota di Palazzo Chigi

Immediata le reazioni politiche, in primis quella dello stesso Presidente del Consiglio e dei Ministri coinvolti, i quali, in una nota ufficiale, hanno fatto sapere che di essere “sin d’ora disponibili a fornire ai magistrati ogni elemento utile a completare l’iter procedimentale, in uno spirito di massima collaborazione”. Nella stessa nota l’avviso di garanzia ricevuto viene definito atto dovuto, atto il cui destino è quello dell’archiviazione. Molto dura, di contro, la presa di posizione dell’opposizione. In particolare il leader della Lega, Matteo Salvini, durante una diretta facebook da Forte dei Marmi, in Provincia di Lucca, Toscana, ha detto senza mezzi termini che:“questi hanno sulla coscienza i morti in Lombardia e gli affamati nel resto d’Italia”. Il motivo, secondo Salvini è netto: “non hanno chiuso la Lombardia quando dovevano e hanno chiuso il resto d’Italia quando non dovevano”.

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