La storia di Ghassan Ezzarraa: “la mia via crucis per il passaporto tricolore”

Ezzarraa arriva in Italia all’età di 4 anni per raggiungere il suo papà. Promessa dell’atletica leggera, nel 2014 è fuori dal campionato mondiale perché senza passaporto italiano. “Una via crucis ottenere il passaporto tricolore”.

Ghassan Ezzarraa sarà ospite quest’oggi della seconda puntata di Dribbling, alle 18.10 su Rai2 dove racconterà il suo lungo percorso di atleta italiano per ottenere il passaporto italiano. Una storia paradossale la sua che narra la faccia reale dell’iter burocratico, lungo ed estenuante, per ottenere la cittadinanza italiana.

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La storia di Ghassan: senza cittadinanza, addio ai mondiali

Ghassan Ezzarraa, classe 1996, è una delle promesse dell’atletica leggera italiana. E’ nato a a Rabat, in Marocco, e all’età di 4 anni si è trasferito in Italia, a Reggio Emilia, per raggiungere il suo papà. Vive una vita tranquilla, frequenta tutte le scuole e presto inizia a correre, ad allenarsi duramente e ad ottenere i primi risultati. Nel 2013 partecipa ai campionati italiani e si piazza sesto. L’anno seguente, invece, si qualifica per i campionati mondiali di atletica italiana ma vede sfumare il suo sogno: Ghassan, non avendo ancora la cittadinanza italiana non può parteciparvi.

Una storia paradossale la sua, figlia delle storture della legge sulla cittadinanza del ‘92, aggravate dalle norme del decreto sicurezza 2018 che ha allungato da 24 a 48 mesi la procedura di ottenimento all’interno della pubblica amministrazione. Ma è una storia simile a tante – tantissime – altre che evidenzia la lunga e difficile trafila burocratica per ottenere il passaporto italiano. La testimonianza di Ghassan è il racconto reale di un groviglio di leggi e ritardi che si contrappone alla facilità con cui la popolarità e il guadagno hanno scatenato il caso Suarez.

La via crucis burocratica per il passaporto tricolore

Ghassan deve rinunciare al suo sogno di diventare un campione dell’atletica leggera perché per la legge non è italiano e questo nonostante viva dal 2001 a Reggio Emilia con la sua famiglia. Suo padre Abdelaziz dopo tanti anni in Italia ha ottenuto la cittadinanza nel 2015. Sua sorella, in quanto minorenne convivente, è diventata italiana poco dopo mentre sua madre Zoubida ha avuto il passaporto tricolore come coniuge di italiano nel dicembre 2018. Ghassan, invece, nel 2015 ero già diventato maggiorenne, dunque per legge non ho potuto “ereditare” la cittadinanza da suo padre. Richiede la cittadinanza alla prefettura di Reggio Emilia in quanto residente in Italia ininterrottamente da oltre 10 anni ma qui inizia una via crucis burocratica.

Ghassan riceverà una risposta solo nel 2019, 4 anni esatti dopo la sua richiesta di cittadinanza, un allungamento dei tempi dovuto anche al decreto di sicurezza del 2018. Nel gennaio di questo anno il suo incubo finisce e ottiene finalmente il tanto ambito passaporto tricolore giurando fedeltà alla Repubblica nel comune di Reggio Emilia davanti al sindaco a due assessori, ai parenti, agli amici e ai colleghi dell’associazione “Italiani senza cittadinanza” con cui nel frattempo, in questi anni, ha iniziato a collaborare per alzare la voce sulla riforma dello ius culturae.

 

 

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