Covid: negativa da giorni, ma senza il certificato della Asl non può tornare a lavoro

Marta si rivolge al programma Le Iene: sua madre, dopo essere risultata negativa, non può ancora tornare a lavoro a causa di rallentamenti burocratici della Asl.

Coronavirus sopravvive soldi cellulari
(ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Marta, giovane ragazza toscana, si è rivolta al programma di Italia 1 Le Iene per denunciare la lentezza burocratica italiana che la costringe ancora a casa col resto della famiglia.

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Quel certificato mai arrivato dalla Asl

Accade ad Arezzo: è il 17 ottobre quando la madre di Marta, operatrice in una Rsa, scopre di essere positiva al Covid. La donna si isola in una stanza della casa in cui vive con le due figlie. “Cinque giorni dopo ci arriva la comunicazione ufficiale dell’isolamento obbligatorio, un documento in cui le viene spiegato che dovrà restare a casa fino al momento in cui l’Asl non invierà il certificato di revoca, solo a seguito di tampone negativo” spiega Marta a Le Iene.

Il 25 ottobre arriva finalmente la buona notizia: la madre di Marta risulta negativa al tampone, ma la situazione non cambia. La Asl, infatti, dopo 2 settimane dal risultato non ha ancora inviato il certificato di revoca dell’isolamento: “Oggi sono passati 16 giorni dalla negatività di mia madre e 24 dal giorno in cui è rinchiusa in casa, ma quel certificato ancora non arriva. Abbiamo mandato mail e chiamato, ma nessuno ci risponde. Il risultato? Mia mamma non può lavorare e non sa neanche se dal primo novembre verrà regolarmente pagata, perché non è più in malattia, essendo guarita dal Covid”.

Una situazione che si riversa anche sulla vita di Marta e della sorella più piccola: “Io e mia sorella, che siamo risultate negative al tampone, dobbiamo attendere anche noi quel certificato. Mia sorella per fortuna studia con la didattica a distanza e può restare in casa senza problemi, ma io nel frattempo ho perso almeno 4 colloqui di lavoro. Non ho più un lavoro dal precedente lockdown e adesso speravo di trovarne uno nuovo”.

Marta e la sua famiglia non sono le uniche vittime di questo sistema: sarebbero molte, infatti, le persone costrette a sottostare a questa procedura. Se è vero che il medico di base può rilasciare un certificato che attesti la negatività al Covid e l’assenza di sintomi, questo non permette però di essere cancellati dalla lista delle persone in quarantena, con il rischio di essere fermati e multati.

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