Scuola nel caos, scontro governo-Regioni: riapertura rinviata, ecco le date

Dopo le tensioni interne alla maggioranza, il governo ha stabilito uno slittamento per la riapertura della scuola. Ma non tutte le Regioni sono d’accordo.

riapertura scuola
MARTIN BUREAU/AFP via Getty Images

Alla fine l’intesa è stata trovata. La riapertura della scuola, che era stata programmata a dicembre per il 7 gennaio, slitta di qualche giorno. Se gli studenti delle scuole elementari e medie potranno tornare in classe da giovedì 7, quelli delle scuole superiori riprenderanno infatti le attività in presenza a partire da lunedì 11 gennaio.

La decisione è arrivata dopo una lunga discussione nel corso del Consiglio dei ministri riunitosi nella notte per dare il via libera al nuovo decreto anti Covid che entrerà in vigore subito dopo l’Epifania. Tuttavia il risultato della mediazione raggiunta nella maggioranza non ha soddisfatto tutte le Regioni: alcune di esse seguiranno un calendario differente.

Ti potrebbe interessare anche -> Cosa succede dal 7 gennaio: le ipotesi e i colori delle Regioni

Tensione durante il Consiglio dei ministri

La data giusta per la ripresa delle attività in presenza è stata stabilita dopo ore di dibattito, iniziato poco prima delle 22. Secondo le indiscrezioni, il capodelegazione del Pd Dario Franceschini aveva proposto di posticipare la riapertura della scuola tra il 15 e il 18 gennaio.

Al suo parere si sono fortemente opposte la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e le ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. “Il rinvio è segno di un caos inaccettabile – avrebbero detto le esponenti del partito di Matteo Renzi, come riportato dall’Ansa – non si doveva arrivare a questo punto”. Secondo Franceschini, che ha espresso la linea avanzata dal segretario democratico Nicola Zingaretti, il tema era ormai diventato una questione politica.

Non sono mancate neanche le discussioni in merito al settore dei trasporti, il cui corretto funzionamento è fondamentale per non generare assembramenti nei mezzi pubblici tra lavoratori e studenti. “Il piano organizzativo è stato assente”, avrebbero sottolineato alcuni esponenti del M5S, prendendosela con la ministra Paola De Micheli.

Il premier Giuseppe Conte, data la tensione, avrebbe invitato Pd, M5S e Iv a individuare una data che mettesse tutti d’accordo. Si è così giunti a una mediazione, individuando l’11 gennaio come data utile per la riapertura degli istituti scolastici superiori, che alterneranno comunque le attività in presenza con la didattica a distanza.

Ti potrebbe interessare anche -> Coronavirus zona bianca: cosa cambia e da quando

Regioni divise: le date della riapertura della scuola

Non tutte le Regioni seguiranno la linea stabilita dal governo: alcuni presidenti, preoccupati di una possibile risalita dei contagi, hanno infatti optato per una decisione più drastica. A non convincere del tutto sono le questioni organizzative degli orari delle lezioni, che si allungherebbero fino al pomeriggio, e un piano trasporti considerato inadeguato per il contenimento dei contagi.

La prima Regione a stabilire un ulteriore rinvio della riapertura delle scuole è stata il Veneto. “In questo momento non è prudente – ha spiegato il presidente Luca Zaia – la situazione sta degenerando e bisogna rispondere con misure ad hoc”. La didattica a distanza al 100% è stata dunque prorogata per le scuole superiori fino al 31 gennaio.

La stessa decisione è stata presa dal Friuli Venezia Giulia, tramite l’ordinanza firmata dal presidente Massimiliano Fedriga: gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado torneranno alle attività in presenza dopo il mese di gennaio.

Didattica a distanza al 100% per le scuole superiori confermata anche nelle Marche fino al 31 gennaio, come stabilito dalla Giunta guidata dal presidente Francesco Acquaroli.

In Liguria sono ancora in corso le valutazioni. Secondo il presidente Giovanni Toti “sarebbe insensato mandare a scuola i nostri ragazzi giovedì e venerdì per poi chiudere di nuovo lunedì nel caso dovessimo avere di nuovo parametri negativi”.

Dello stesso parere sarebbe il presidente della Puglia, Michele Emiliano, che dovrebbe emanare un’ordinanza nelle prossime ore.

Il Lazio starebbe invece prendendo in considerazione l’ipotesi di far tornare in classe gli studenti delle scuole superiori solo dal 18 gennaio, ma le decisioni definitive devono ancora essere prese.

La Lombardia seguirebbe la linea del governo, aprendo le scuole l’11 gennaio. Tuttavia dalla Regione fanno sapere che si preferisce valutare quello che accadrà nei prossimi giorni.

In Campania torneranno in classe gradualmente dall’11 gennaio gli studenti delle scuole elementari e medie, mentre quelli delle scuole superiori dovrebbero riprendere le attività in presenza dal 25 gennaio.

La Calabria riaprirà le scuole dall’11 gennaio solo con l’assoluta sicurezza della tutela della salute degli studenti. In caso contrario, il presidente facente funzioni Nino Spirlì ha spiegato che si proseguirà con la didattica a distanza.

La Toscana, che spingeva per una riapertura immediata a partire dal 7 gennaio, si adeguerà probabilmente alla data stabilita dal governo. “Riteniamo che sia necessario che i ragazzi tornino a comunicare tra loro e con i loro insegnanti”, aveva dichiarato il presidente Eugenio Giani.

Anche Trentino Alto Adige, Piemonte, Valle d’AostaEmilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Basilicata, MoliseSardegna e Sicilia erano pronte a riaprire le scuole superiori subito dopo l’Epifania, ma a questo punto anche per loro dovrebbe scattare il rinvio di qualche giorno: possibili riaperture tra l’11 e il 18 gennaio.

Impostazioni privacy