Quarto giorno di proteste in Libano: Tripoli sotto assedio

Non si placano le proteste in Libano. Due morti e più di 300 persone ferite. Continuano le proteste contro le restrizioni anti-covid imposte dal governo per contrastare il contagio.

(Photo by FATHI AL-MASRI/AFP via Getty Images)

L’origine delle proteste risiede nel malcontento generale in costante aumento nel Paese. Le condizioni di vita peggiorano e le misure indotte dal governo hanno scatenato l’ira di una parte della popolazione libanese, soprattutto nel nord del Paese. I manifestanti sono scesi in piazza già da lunedì e in modo ininterrotto hanno protestato contro le misure stringenti, come quella del  lockdown che non è altro la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dura la reazione del premier uscente Hassan Diab che punta il dito contro i protestatari e le loro rivendicazioni che in questo caso reclamano con forza il sostegno pubblico, in un paese piegato dalla crisi occupazionale.

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Preoccupa il crollo della valuta libanese, che ha perso oltre l’80% del suo valore. Le riserve estere sono in calo e la disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi, inducendo migliaia di famiglie in condizioni di povertà, che lamentano la mancanza di sussidi governativi e di un piano di ripresa.
Il governo ha deciso di indurre un blocco nazionale dalla durata di un mese. Diverso invece il discorso che riguarda il coprifuoco che avrà una durata di 24 ore su 24 fino all’8 febbraio.

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Le principali città sotto assedio

Tripoli è la seconda città del Libano, non solo per grandezza ma anche per l’alto tasso di povertà: ed è proprio qui che le proteste hanno raggiunto progressivamente connotati assai duri, facendo registrare difatti incendi e atti dimostrativi violenti, come l’assedio alla sede del comune di Tripoli, poi incendiato. Alcuni manifestanti hanno prima cercato di forzare l’accesso all’interno del municipio e altri hanno lanciato ordigni contro le forze di sicurezza, scatenando la loro reazione, con idranti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma.
Come riportano i canali internazionali di informazione più di 300 persone sono rimaste ferite, 26 di queste fanno parte delle forze di sicurezza. Rimane alta l’allerta, soprattutto nella città a nord, come Beirut e Tripoli, che rimangono al centro delle proteste antigovernative.

 

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