Obama a Che Tempo Che Fa: “vivere alla Casa Bianca mi dava un senso di prigionia”

In diretta da Washington D.C. l’ex presidente americano, Barack Obama, è stato ospite questa sera a Che Tempo Che Fa, intervistato da Fabio Fazio.

Il presentatore inizia l’intervista promuovendo l’ultimo libro di Obama, “Una Terra Promessa”, pubblicato in Italia da Garzanti. Fazio descrive il libro come un’opera piena di umanità, scritta con distacco e che porta con sé il lettore in un percorso conosciuto a tutti, ma raccontato in modo personale e soggettivo. Si raccontano ansie, attese, illusioni, quotidianità e dubbi, non come un sintomo di debolezza ma come un necessario tempo di riflessione.

Obama ribatte dicendo che parte del suo scopo è stato quello di dare alle persone la possibilità di vedere che i leader che si vedono in tv, sono degli esseri umani che devono prendere delle decisioni, che fanno degli errori e devono imparare da essi. Inoltre voleva mandare ai giovani lettori il messaggio che è possibile fare politica, mantenendo integrità e valori nel cercare di fare del bene.

“Viviamo in una fase in cui è come se quello che è giusto rimpiazzasse ciò che è conveniente, cosa ne pensa?”

L’ex presidente spiega come oggi viviamo in un’era in cui siano annegati dall’informazione, e non abbiamo mai visto come oggi contestare la realtà. Inoltre sono sempre più presenti persone che erroneamente informano in un modo distruttivo per la democrazia, e non solo attraverso social network.

A causa della globalizzazione, tecnologia e tutti cambiamenti demografici, la gente è incerta e cerca decisioni facili per spiegare le complessità. In questo contesti i demagoghi e movimenti violenti possono guadagnare terreno. L’intento è quindi portare avanti l’idea che la democrazia può salvarci. “Possiamo anche non essere d’accordo su problematiche specifiche come e politiche fiscali, economiche o sul cambiamento climatico. La cosa importante è che chi prende decisioni di questo tipo non manipoli e faccia complotti, perché allora la democrazia non funziona più”, afferma Obama.

Quindi da una parte dobbiamo gestire meglio i nostri social media e dall’altra parte educare i bimbi a distinguere la verità da ciò che non lo è in modo più efficace.

“Il Covid colpisce diversamente tra censo e razza: esiste un vaccino contro le disuguaglianze?

L’ex presidente concorda con Fazio come la globalizzazione e la tecnologia hanno aumentato drasticamente le disuguaglianze. Le nostre società hanno una sperequazione profonda tra vertici e la maggioranza delle persone. Questo molto spesso porta la gente a pensare che il sistema è corrotto, aumentando così il risentimento e insieme un desiderio legittimo di cambiamento.

Ci dovrebbe essere un interesse all’interno del settore economico per ridistribuire e reinvestire la ricchezza per il bene di tutti. Alcuni paesi hanno fatto meglio di altri. Ad esempio alcuni paesi scandinavi: esiste il mercato libero, ma in un modo che permette di avere una buona istruzione e un’assistenza sanitaria. In questo sistema nessuno si trova tagliato fuori e tutti si sentono parte di una comunità. “Esiste una possibilità di avere un capitalismo attento”, afferma con decisione Obama.

“Com’è vivere alla casa bianca?”

Ci sono dei privilegi, questo è sicuro, “è come vivere in un hotel a 5 stelle” afferma l’ex presidente americano, “ma è forte anche il senso di prigionia“. L’ex presidente ricorda dei suoi ricorrenti sogni in cui camminava tranquillamente nel parco o beveva un caffè, e nessuno lo riconosceva. “Era una sensazione bellissima”, afferma Obama, spiegando come quella fosse un’indicazione che non è un modo naturale di vivere quello, ma era un piccolo sacrificio rispetto a ciò che ha potuto fare.

La cosa interessante è che la maggior parte del personale è afroamericano e latino americano, e orgoglioso del fatto che qualcuno abitava la casa bianca assomigliasse ai loro figli.

Obama ricorda con un sorriso come Michelle aveva voluto cambiare l’arredamento delle camere delle bambine, perché non voleva avessero la sensazione di abitare in un museo, e voleva dar loro la libertà di appendere poster dei loro cantanti preferiti.

“Quali erano i suoi sogni da bambino?”

La sua prospettiva era fare l’architetto, dal momento in cui il sogno di giocare a basket svanì in fretta. Il suo intento era di essere un bravo ragazzo, mentre i genitori volevano che desse il suo contributo alla società, avere un lavoro e pagare l’affitto. Solo durante l’università ha iniziato a partecipare movimenti anti apartheid e sui diritti civili. È stato questo che poi lo ha portato ad abbracciare la vita pubblica, e pensare di fosse abbastanza bravo da prendere la parola a nome della  società.

“In che cosa ha avvertito un senso di frustrazione ad essere presidente?”

Obama non nega che il lavoro da presidente ti fa sentire potente, ma ci sono una serie di eventi nel mondo che non puoi controllare. “Così anche se sei coscienzioso e efficiente ci saranno comunque cose accadono durante il mandato e che ti spezzano il cuore”, dice Obama. Uno degli esempi che cita l’ex presidente è la primavera araba tra il 2010 e 2011 in Siria. Queste serie di proteste hanno dato una possibilità di democratizzazione, ma ben presto si trasformarono in una guerra civile. In questo contesto in qualità di presidente americano, spiega di come ha dovuto prendere una serie di decisioni per migliorare la situazione senza invadere di nuovo un altro paese del medio oriente.

Obama spiega di come spesso si ha la sensazione di sentirsi svuotato, di non avere risposte. Un altro esempio che ricorda è la diffusione dell’ebola che nel 2014 ci fu in Africa occidentale, e di come la sua decisione di muoversi in fretta riuscì a salvare milioni di persone e scongiurare l’ipotesi di creare una pandemia mondiale.

È importante però che in qualità di presidente che non è possibile fare tutto quello che che si vorrebbe, ma si può fare molto. Quello che ripeteva ai suoi collaboratore è cercare di migliorare le cose, come far diventare la sanità un diritto per tutto, il mantra che ripeteva sempre è:  “Let’s do it!”, “Facciamolo!”.

“Rispetto alle immagini di Capitol Hill quanto tempo servirà a Biden per cancellare quel momento?

Per l’ex presidente americano è importante non dimenticare quel ricordo, e ricordare che la democrazia non è un dono e non viene dal cielo, ma che tutti i cittadini devono impegnarsi per rinnovare e investire. C’è anche in Europa una contesa, una gara in coloro che credono che la democrazia consista nel creare un noi e voi e un nemico da sconfiggere. Questo è possibile vederlo in Ungheria, Turchia, Filippine.

Obama cita Martin Luther King, dicendo che l’arco dell’universo è molto lungo, ma va verso la giustizia e questo è possibile che c’è la nostra mano che muove verso la giustizia.

“Tre cose a cui lei tiene di più e che non siano persone o concetti astratti”

“Mi piacciono i libri”, afferma Obama, “non semplicemente leggerli, ma proprio l’oggetto”. Afferma che uno dei grandi tesori della sua vita è il libro firmato da García Marquez, “Cent’anni di solitudine”, con la sua firma e dedica. Inoltre è anche affezionato alla sua collezione di palloni da basket, perché palleggiare lo riporta a bei ricordi della sua gioventù. Infine i momenti a cui tiene di più sono quelli con le sue figlie, le quali per ora, a causa del Covid, sono rinchiuse a casa. Loro vorrebbero andare e uscire, “ma io sono felicissimo di vederle ogni giorno a cena, sentirle parlare e vedere che sono più brillanti di me, è una soddisfazione.”

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