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Cronaca

Casey Anthony, la mamma più odiata degli Usa: omicidio irrisolto

Published by
Gabriele Mastroleo

La sconcertante storia di Casey Anthony, la mamma più odiata degli Usa: omicidio irrisolto, quello di sua figlia di appena 3 anni.

(screenshot video)

Caylee Marie Anthony era una bambina di tre anni che viveva a Orlando, in Florida, con sua madre, Casey Marie Anthony, classe 1986, e i suoi nonni materni, George e Cindy Anthony. Il 15 luglio 2008, è stata denunciata come scomparsa in una chiamata 9-1-1 fatta da Cindy, la nonna che ha detto di non aver visto Caylee per 31 giorni.

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La donna ha spiegato anche che l’auto di Casey, sua figlia, puzzava come se ci fosse un cadavere all’interno. Cindy ha detto che Casey aveva dato varie spiegazioni sul luogo in cui si trovava Caylee prima di dirle finalmente che non vedeva la figlia da settimane. Casey ha mentito agli investigatori, dicendo loro che Caylee era stata rapita da una tata il 9 giugno.

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Il caso di Casey Anthony e della figlioletta scomparsa

La giovane mamma ha sostenuto davanti agli inquirenti che aveva cercato di trovarla, ma di essere stata troppo spaventata per allertare le autorità. È stata accusata di omicidio di primo grado nell’ottobre 2008 e si è dichiarata non colpevole. L’11 dicembre 2008, i resti scheletrici di Caylee di due anni sono stati trovati con una coperta all’interno di un sacco della biancheria in una zona boscosa vicino alla casa della famiglia Anthony. Sarebbe morta asfissiata a causa del nastro adesivo intorno alla sua bocca.

Il processo è durato sei settimane, da maggio a luglio 2011. L’accusa ha chiesto la pena di morte e ha affermato che Casey desiderava liberarsi dalle responsabilità genitoriali e ha ucciso sua figlia somministrando cloroformio e applicando nastro adesivo. Per la difesa, invece, Casey Anthony – ribattezzata la mamma più odiata degli Usa – è innocente. Si sarebbe trattato di una tragedia: la piccola sarebbe morta in piscina e poi il nonno si sarebbe sbarazzato del corpo, forse spaventato. Ha sostenuto anche che Casey avrebbe subito abusi sessuali da bambina, proprio da parte del madre. Il 5 luglio 2011, la giuria ha dichiarato Casey non colpevole di omicidio di primo grado, abuso di minori aggravato e omicidio colposo aggravato di un bambino, ma l’ha condannata per una serie di reati minori, come la falsa testimonianza. 13 anni dopo, la morte di sua figlia non ha ancora una verità.

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