Bobby Solo amareggiato: “Sono fatto così, un perdente nato”

Bobby Solo commenta la questione dei mancati diritti d’autore che gli avrebbe causato un danno da oltre trent’anni

Bobby Solo
Bobby Solo (foto Facebook)

Bobby Solo è amareggiato e non potrebbe essere altrimenti visto cosa gli è successo. C’è un’indagine in corso per una truffa sui diritti d’autore e lui sarebbe una delle vittime principali. Per oltre trent’anni le sue canzoni più note sono state cantante e diffuse – anche in diverse lingue – in ogni dove, facendogli perdere secondo alcune stime almeno un milione di euro.

Sono fatto così, un perdente nato, chiunque mi può turlupinare“. Queste le parole del cantante romano in un’intervista al settimanale Oggi. Ha dichiarato che è certo certo della frode con nomi e cognomi di chi l’ha commessa.

Il cantante ha ammesso di non essere mai stato bravo con i soldi, caratteristica ereditata dalla mamma. Ha dichiarato di averle dato un assegno di ben 80 milioni di lire nel lontano 1979. Questi soldi sono stati poi consegnati a un suo conoscente che aveva promesso un rendimento che sarebbero stato di gran lunga superiore di quello delle banche. La cifra, però, finì in bancarotta, “trascinando nella voragine dei suoi debiti”.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Stasera in TV 21 febbraio, cosa vedere: Le indagini di Lolita Lobosco o Live Non è la D’Urso

Bobby Solo, la denuncia della truffa

Bobby Solo
Foto pagina Facebook

La vicenda è esplosa qualche settimana fa quando il cantante 76enne ha denunciato presso la Procura della Repubblica di Napoli la denuncia. Il procedimento giudiziario non è solo un lavoro dei giudici partenopei ma internazionale e in particolare negli Stati Uniti.

I diritti dei suoi brani più noti (Una lacrima sul viso e Se piangi, se ridi) secondo l’accusa sarebbero stati depositati presso uffici di copyright degli States da alcune persone come garanzie bancarie per ottenere prestiti.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Angelo Pisani, carriera e curiosità: il film drammatico e la moglie

Questi brani sarebbero stati suonati e cantati in diverse lingue per oltre trent’anni senza che l’autore fosse ne fosse a conoscenza senza ovviamente percepire i compensi previsti dai diritti d’autore.

 

Impostazioni privacy