Covid, vaccino Johnson & Johnson: come funziona e quanto è efficace

Nei prossimi giorni arriverà in Italia il vaccino di Johnson & Johnson, il primo siero anti-Covid monodose approvato dall’Ema: vediamo come funziona.

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Credit: Michael Ciaglo/Getty Images

È ormai tutto pronto per l’arrivo in Italia del vaccino Janssen, prodotto dalla casa farmaceutica statunitense Johnson & Johnson. Si tratta del quarto siero anti-Covid approvato in Europa dopo quelli di Pfizer-BionTech, Moderna e AstraZeneca. Il via libera dell’Aifa, dopo l’ok dell’Ema, è arrivato lo scorso 12 marzo. Nel mese di febbraio il vaccino aveva invece ottenuto l’approvazione della Fda, l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa della regolamentazione dei farmaci.

L’Europa complessivamente ha prenotato 200 milioni di dosi per il 2021. In Italia a partire dal 16 aprile è prevista la consegna delle prime 184mila dosi su un totale di circa 26 milioni. Il vaccino statunitense viene prodotto in varie sedi e, grazie a una partnership con l’azienda Catalent, parte della produzione avverrà anche in Italia, in uno stabilimento di Anagni, in provincia di Frosinone.

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Come funziona il vaccino di Johnson & Johnson: le caratteristiche

Il vaccino di Johnson & Johnson, a differenza dei tre attualmente somministrati nel Paese, è monodose e può essere conservato tra i 2°C e gli 8°C per tre mesi. Le sue caratteristiche lo rendono idoneo all’inoculazione nelle farmacie. L’iniezione, come avviene solitamente, viene fatta nel muscolo della parte superiore del braccio. La fascia di età delle persone che possono ricevere il siero statunitense va dai 18 anni in poi.

Come reso noto nel sito del Ministero della Salute, l’efficacia del vaccino di Johnson & Johnson “nelle forme gravi arriva fino al 77 % dopo 14 giorni dalla somministrazione e all’85% dopo 28 giorni dalla somministrazione”. Per quanto riguarda invece le varianti, la causa farmaceutica statunitense ha fatto sapere che si è rilevata un’efficacia all’81% contro le forme gravi della malattia da variante sudafricana, mentre contro le forme gravi di Covid da variante brasiliana l’efficacia è stata dell’87%. Le sperimentazioni si sono tenute tra gli Usa, il Belgio e l’Olanda.

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Nessun legame con le trombosi

Come il siero anti-Covid di AstraZeneca, anche quello di Johnson & Johnson è basato su vettori derivati da adenovirus, i quali inducono la produzione di una proteina che, venendo riconosciuta dal sistema immunitario come una minaccia, consente lo sviluppo di una difesa contro la proteina del coronavirus. Il fatto che la caratteristica sia la stessa del siero anglo-svedese, ha già fatto crescere gli interrogativi in merito a eventuali casi di trombosi che potrebbero verificarsi.

Tuttavia le autorità statunitensi hanno fatto sapere che in seguito a una revisione non è stato rinvenuto alcun legame tra il vaccino Janssen e gli eventi tromboembolici. Il siero negli Stati Uniti viene attualmente inoculato con un’autorizzazione all’uso di emergenza e ad oggi sono stati segnalati solo quattro casi gravi di coaguli di sangue insoliti, con un basso livello di piastrine.

 

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