Covid, Arcuri indagato per l’acquisto delle siringhe di precisione

Altra grana giudiziaria per l’ex Commissario all’Emergenza Covid Domenico Arcuri: la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo sull’acquisto delle siringhe di precisione volute proprio dall’ex Commissario

Domenico Arcuri

Altri guai giudiziari in vista per Domenico Arcuri, Ad di Invitalia e soprattutto Commissario all’Emergenza Covid prima di essere esautorato dal Premier Mario Draghi e sostituito con il Generale Francesco Paolo Figliuolo. Dopo le indiscrezioni circa una sua iscrizione nel registro degli indagati per la vicenda della compravendita delle mascherine, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati e ipotesi di reato, sull’acquisto nei mesi scorsi di uno stock di oltre 157 milioni di siringhe “luer lock“, quelle di precisione, da parte della struttura commissariale per l’emergenza Coronavirus all’epoca guidata proprio da Arcuri e pagate circa 10 milioni di euro.

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Della questione se ne sta occupando anche la Corte dei Conti che vuole appurare se “i benefici dell’unica siringa in grado di estrarre 6 dosi, invece di 5, da ogni fiala del vaccino Pfizer siano proporzionati ai costi“.

Arcuri indagato per l’acquisto delle siringhe di precisione. “Pagate a un costo più alto”

Il fascicolo è legato a un esposto presentato nel gennaio scorso da un parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, Enzo Rivellini, per il quale si sarebbe potuto evitare “uno spreco di risorse pubbliche” relativamente all’acquisto di 157.100.000 di siringhe per inoculare il vaccino anti-Covid dal momento che quest’ultime “sarebbero state pagate ad un costo più alto delle normali siringhe utilizzate nel resto del mondo”.

Oltre al danno economico anche la beffa: infatti, secondo l’esponente del partito di Giorgia Meloni, “in alcuni centri vaccinali (Lombardia, Sicilia ed Emilia-Romagna) sono state riscontrate evidenti difficoltà perché queste siringhe non erano utilizzabili per estrarre dalle fiale la quantità esatta di vaccino per somministrare sei dosi per flacone“. Inoltre, sempre secondo quanto riferito da Rivellini sulla base di quanto appreso da fonti giornalistiche, le siringhe incriminate “non sono state consigliate dall’AIFA nel suo “bugiardino” sul vaccino anti-Covid dell’azienda Pfizer né dall’Ema, che non consiglia le siringhe “luer lock”, e nemmeno dal Comitato Tecnico-scientifico”.

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Tuttavia, come reso noto dal quotidiano “La Repubblica”, Arcuri può fare affidamento su tre documenti che attestano come abbia soltanto seguito le indicazioni della casa farmaceutica oltre al fatto che la stessa AIFA, in un documento interno, avrebbe validato le siringhe in questione.

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