Roma, tragico incidente sul GRA: morto Primario del “San Camillo”

Lutto all’ospedale “San Camillo” di Roma: è morto, in un tragico incidente sul GRA, il Primario del Reparto di Neurochirurgia

A seguito di un tragico incidente stradale sul GRA si è spenta l’esistenza di Agazio Menniti, 46 anni, Primario di Neurochirurgia dell’ospedale “San Camillo” di Roma. Come riportato dal portale ilcorrieredellacittà.com, il medico, di ritorno a casa in sella alla sua moto dopo una giornata al tavolo operatorio, è stato tamponato venendo scaraventato sul manto stradale e finendo poi per essere travolto e ucciso da un’auto che sopraggiungeva. Il dottor Menniti lascia la moglie, Annamaria, e due figli.

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Alberto Delitala, ex Primario del reparto di Neurochirurgia del “San Camillo”, ha ricordato che il dottor Menniti poco prima del tragico incidente aveva terminato di eseguire con successo un intervento neurochirurgico andando via dall’ospedale soddisfatto perché un’altra vita era stata salvata: “Oltre che bravo, era un neurochirurgo curioso e orientato all’innovazione. Benché giovane, spesso mi stupivano le sue grandi capacità mediche e le sue doti caratteriali, in grado di coinvolgere il team dell’intero reparto”.

Incidente sul GRA: morto Primario del “San Camillo”. Il ricordo dei colleghi

“È una perdita insostituibile sul piano clinico oltreché su quello umano”, il commento del dottor Francesco Musumeci, Direttore del Dipartimento di Chirurgia vascolare. “Agazio aveva da poco assunto la guida della Neurochirurgia del San Camillo. Stava dando continuità e lustro alla tradizione di eccellenza del nostro ospedale”. “Eravamo come fratelli“, gli ha fatto eco il dottor Filippo Coia, medico dell’Emergenza. “Agazio era un professionista eccellente, una persona dall’umanità impagabile con i pazienti e con quanti lavoravano al suo fianco”.

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La dottoressa Simonetta Trombetta, anestesista e rianimatrice, che ha lavorato tante volte al fianco del dottor Menniti in Pronto soccorso, ne ha lodato la capacità, quando veniva chiamato per emergenze, il più delle volte drammatiche, di fronteggiare le criticità cliniche più impegnative infondendo fiducia e sicurezza. “Ho saputo della sua morte questa notte mentre lavoravo. Da allora mi accompagnano l’immagine del suo sorriso dolce e il ricordo dei suoi modi garbati e attenti”, il commosso ricordo della dott.ssa Trombetta.

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