Giorgio Galanti, il medico sportivo che rilasciò l’abilitazione agonistica a Davide Astori senza disporre ulteriori accertamenti dopo le aritmie cardiache emerse, è stato condannato. Il suo avvocato si è detto sorpreso per la decisione del giudice.
La sentenza del processo con rito abbreviato sulla morte di Davide Astori è arrivata. Il professor Giorgio Galanti, ex direttore di Medicina Sportiva dell’ospedale fiorentino di Careggi che nel 2017 concesse l’abilitazione agonistica al calciatore, è stato condannato a un anno con pena sospesa e al risarcimento di 1 milione di euro. Il medico, che era l’unico indagato, non è apparso in aula. Presente invece la compagna del difensore, Francesca Fioretti, come anche il legale della Fiorentina, Nino D’Avirro.
L’avvocato dell’imputato, Sigifrido Fenyes, ha spiegato che in realtà si aspettava un esito finale differente. “Attendiamo con ansia di leggere le motivazioni della sentenza – ha commentato – per capire il percorso del giudice e poi per impugnarla”. Il legale, che ha raccontato che il medico sportivo è rimasto sconcertato alla notizia della condanna, ha annunciato di voler ricorrere fino al giudizio in appello. La motivazione della sentenza sarà resa nota entro 90 giorni.
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Inizialmente il pm aveva richiesto una condanna di 18 mesi, ma il legale del professor Giorgio Galanti si aspettava il proscioglimento in seguito a quanto emerso dalla perizia richiesta dal gup e svolta dal medico legale Gian Luca Bruno e dal dottor Fiorenzo Gaita. Secondo i risultati, la cardiomiopatia aritmogena biventricolare di cui soffriva Davide Astori sarebbe stata difficilmente rilevabile anche se il medico sportivo gli avesse consigliato esami più approfonditi.
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Nei confronti del medico è stata però emessa una sentenza di affermazione penale di responsabilità: secondo l’accusa se Astori fosse stato sottoposto a esami più approfonditi, come indicato dalle aritmie rilevate nei controlli di routine, probabilmente sarebbe potuto essere salvato. L’ex calciatore della Fiorentina era stato trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 nella sua camera di albergo durante una trasferta a Udine. La morte fu causata dalla grave patologia cardiaca mai diagnosticata.
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