Scacco matto alla ‘ndrangheta in Italia e all’estero. Nicola Morra, Presidente della Commissione Antimafia: “Smantellata rete mafiosa europea”
Si stringe sempre più il cerchio attorno alle organizzazioni mafiose del nostro Paese e alle loro articolazioni internazionali: misure di custodia cautelare e perquisizioni, emesse dal Tribunale di Torino su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) piemontese e coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia (Dna), eseguite dalla DIA, con il contributo degli uomini e donne della polizia, dei carabinieri e della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione, nome in codice “Platinum-DIA”, contro la ‘ndrangheta in Italia e le sue propaggini in Germania, Romania e Spagna. Sottoposti a sequestro beni immobili e conti correnti per svariati milioni di euro.
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Nel mirino affiliati alla “locale”, cioè cellula, di Volpiano, in provincia di Torino, terminale economico della famiglia Agresta di Platì, in provincia di Reggio Calabria, ed esponenti della famiglia Giorgi, ribattezzati i “Boviciani“, di San Luca, sempre in provincia di Reggio Calabria, accusati di narcotraffico internazionale ed attivi in Piemonte, Calabria, Sardegna e, in Germania, nel Land tedesco del Baden Wurttemberg e nelle località turistiche del Lago di Costanza.
Il blitz, che ha visto impegnati oltre 200 donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) e un centinaio di unità di polizia, dei carabinieri e della Guardia di finanza, rappresenta per gli inquirenti “un duro colpo” alla ‘ndrangheta: è stata, infatti, smantellata una “rete mafiosa europea” come l’ha definita il Presidente dell’Antimafia, Nicola Morra rivolgendo un plauso al personale della DIA e delle forze dell’ordine coinvolte nell’operazione.
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A finire nel mirino delle forze dell’ordine non solo la ‘ndrangheta ma anche la mafia: maxi operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Catania, nelle province di Catania, Siracusa, Cosenza e Bologna, per la notifica e l’esecuzione di un‘ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 40 soggetti per, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, traffico di droga, estorsioni e truffe ai danni dell’Inps: grazie a una rete di ditte compiacenti, consulenti del lavoro e prestanome i mafiosi riuscivano a percepire dall’Inps l’indennità di disoccupazione agricola fingendosi falsi braccianti. Le indagini, coordinate dalla Dda di Catania, hanno anche permesso di ricostruire gli organigrammi dei gruppi mafiosi affiliati alla famiglia Santapaola-Ercolano e messo in luce “una situazione di grave inquinamento mafioso del tessuto economico locale“, con imprenditori che favorivano le attività illecite del clan.
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