Alessandro De Marchi, maglia rosa: carriera e vita privata, i successi

Chi è l’esperto ciclista Alessandro De Marchi, nuova maglia rosa al Giro: carriera e vita privata, i successi, la polemica su Regeni.

(Bryn Lennon/Getty Images)

Il Giro d’Italia riparte dall’esperienza di Alessandro De Marchi, uno dei ciclisti più combattivi degli ultimi anni: da ieri è lui la nuova maglia rosa, la prima della sua carriera, un traguardo prestigioso a lungo rincorso e ieri – dopo il secondo posto sul traguardo di Sestola – messo in cantiere. Un traguardo che il ciclista classe 1986 ha voluto dedicare a se stesso e alla moglie.

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Peraltro viste le sue doti di passista e scalatore sicuramente quella maglia potrebbe restargli addosso per diversi giorni. Oggi è previsto un arrivo in volata, domani sul Colle San Marco ad Ascoli Piceno dovrebbe contenere e rintuzzare eventuali attacchi. Non è escluso, insomma, che il ciclista possa riuscire a portare avanti fino alla seconda settimana questo primato.

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Carriera e successi di Alessandro De Marchi, il rosso di Buja

Si tratta di uno dei traguardi più importanti della sua carriera, per Alessandro De Marchi, il quale finora ai grandi Giri sono comunque arrivate belle soddisfazioni. Infatti, il ciclista ha addirittura vinto il premio combattività al Tour de France del 2014 e in generale non c’è fuga – o quasi – che lo veda protagonista soprattutto nelle tappe con molte salite. Tre sono state poi le tappe che ha vinto finora alla Vuelta, nessuna al Giro, dove però ieri è arrivata la maglia rosa.

Il rosso di Buja ieri ha dato il meglio di sé e ne ha raccolto i frutti: “Ho iniziato a pedalare a 7 anni, ne ho quasi 35 e mi viene da ripensare a tutti i tantissimi attacchi che ho fatto durante le corse a cui ho partecipato, molte volte mi hanno accusato di essere troppo generoso, ma io penso di non aver sbagliato nulla”, le sue parole al traguardo. Parole che arrivano insieme a una dedica speciale per la moglie.

La polemica su Giulio Regeni e la replica del ciclista

Ma nel day after è quasi stucchevole la polemica nella quale il forte ed esperto ciclista italiano si trova coinvolto. Sta facendo infatti discutere il polsino di colore giallo e la scritta verità per Giulio Regeni, in memoria del giovane ricercatore torturato e ucciso a inizio febbraio 2016 in Egitto. Una morte che tutti ricordano ancora senza un perché e che ha mobilitato diversi politici italiani a vari livelli, ma non solo. Anche in passato, sia il mondo dello sport che quello della cultura hanno provato a chiedere risposte sull’accaduto.

E Alessandro De Marchi, friulano come il ricercatore ucciso in Egitto, oggi torna a chiedere le stesse risposte con un gesto molto semplice. Si dice stupito “di questa reazione per questo braccialetto. Non ci vedo niente di così particolare, politico o partitico”. E sottolinea che di fronte abbiamo solo due genitori, quelli di Giulio Regeni, che cercano la verità. Genitori in cui lui si immedesima: “Io prima di essere un ciclista sono un genitore, un marito e non vorrei mai trovarmi in una situazione del genere”.

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