Eurispes, psicofarmaci per 1 italiano su 5: “E’ colpa del Covid”

Un 1 italiano su 5, secondo l’Eurispes, ha assunto psicofarmaci nell’ultimo anno per colpa dell’emergenza sanitaria legata all’epidemia di Covid. Impennata del 250% del consumo di alcol

(Getty Images)

Emerge una realtà preoccupante dalla fotografia “scattata” dall’Eurispes, Istituto di diritto privato che si occupa di studi politici, economici e sociali oltre che essere attivo nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione: un italiano su cinque ha assunto psicofarmaci nell’ultimo anno, il 2020, primo dell’era Covid, quasi il 30% ha invece avuto bisogno di un psicologo mentre il 6% si è rivolto a uno psichiatra. Questi i principali dati contenuti nel report dell’Eurispes che da 33 anni “fotografa” gli italiani.

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Nel 2020 un ruolo fondamentale nell’indurre gli italiani ad assumere psicofarmaci è stata proprio l’emergenza legata all’epidemia di Covid. Come certificato dall’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco,  l’anno scorso si è registrato un notevole aumento nel consumo di ansiolitici mentre il 20% della popolazione avrebbe sperimentato sintomi depressivi durante l’epidemia, con un’incidenza doppia rispetto al periodo pre-Covid: ansiolitici e tranquillanti i i più usati, seguiti a ruota dagli antidepressivi.

Covid, psicofarmaci per 1 italiano su 5 e +250% assunzione alcol

Non solo l’assunzione di psicofarmaci, gli italiani nel 2020 hanno anche alzato il gomito: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, “l’approvvigionamento delle bevande alcoliche non ha conosciuto pause durante il lockdown“. Anzi, “il mercato ha rafforzato nuovi canali alternativi e meno sottoposti ai controlli rispetto al divieto di vendita a minori cambiando le abitudini degli italiani”. In conseguenza di tutto ciò  un vero e proprio boom degli acquisti online: “Impennata nel 2020 del 181-250% per gli acquisti sul web nell’home delivery, con un aumento dei consumi domestici registrati “. Tra i principali  fattori “l’isolamento, i problemi economici, lavorativi, relazionali e i timori per il virus”.

L’isolamento, ha precisato l’Istituto Superiore di Sanità, ha portato a “un incremento di consumo incontrollato, anche favorito da aperitivi digitali sulle chat e sui social network, spesso in compensazione della tensione conseguente all’isolamento, alle problematiche economiche, lavorative, relazionali e dei timori diffusi nella popolazione resa sicuramente più fragile dalla pandemia”. Problematiche acuite dall’impossibilità, a causa delle chiusure imposte dalle restrizioni anti-Covid, di rivolgersi agli esperti dei servizi di alcologia e dei Dipartimenti per le Dipendenze e di Salute mentale.

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A ulteriore conferma, come spiegato dal Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara,  “secondo i dati di Banca d’Italia già nei primi mesi di emergenza sanitaria la metà delle famiglie italiane ha subìto una riduzione del reddito familiare di circa il 15%. La situazione è particolarmente allarmante tra i lavoratori indipendenti: quasi l’80% ha subìto un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare. Mentre l’Istat segnala per il 2020 la perdita di 440.000 posti di lavoro“.

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