Genoa-Atalanta, dove vederla. Tre punti e sarà Champions

La Dea ha il match ball per qualificarsi per il terzo anno consecutivo alla massima competizione europea

Genoa-Atalanta, dove vederla

Genoa-Atalanta, dove vederla

Genoa-Atalanta, dove vederla – Appuntamento con la storia per Bergamo, perché all’Atalanta bastano tre punti tra la sfida di Marassi e quella contro il Milan di Stefano Pioli per potersi qualificare per la terza stagione di fila in Champions League, la massima competizione europea della Uefa che tutti sognano. La Dea ha riconfermato anche in questa stagione quanto sia lungimirante il progetto della società, rispecchiato perfettamente sul campo, ma dopo la trasferta di Genova il prossimo trofeo in palio sarà la Coppa Italia da vincere contro la Juventus, un altro possibile record da battere. Gian Piero Gasperini sa bene quanto la finale possa influire sulla stagione, ma al momento vuole i suoi concentrati solo sull’Europa da raggiungere e riconquistare. Il Grifone è salvo e rimarrà in Serie A per la 15esima stagione di fila, un record storico per il club, ma questo non significa che il tecnico dei rossoblù Davide Ballardini sia disposto ad accettare qualsiasi risultato (diretta tv dalle 15 su Sky Sport canale 202 e Sky Sport canale 249 e canale 252). Al di là delle intenzioni, non sarà però facile fermare le iniziative dell’attacco bergamasco, che anche in questa stagione ha riconfermato la sua abbondanza, con tanti giocatori che subentrando dalla panchina a gara in corso non faticano a trovare subito la via del gol, rendendosi sempre letali. Questo è il caso di Muriel, di Ilicic, di giocatori comunque poco utilizzati che non hanno ancora espresso il loro massimo potenziale come Miranchuk e Lammers. In questo finale di stagione si è distinto molto positivamente Malinovskyi, ma di certo Gasperini continuerà a fare affidamento sul suo pupillo Zapata, finalizzatore e punto di riferimento in avanti per tutti i suoi compagni. Ora questi gioielli il club bergamasco può permettersi anche di trattenerli, perché la ambizioni della squadra e i palcoscenici che va a calcare vanno di pari passo, dando lustro a un club che nella sua storia non aveva mai toccato queste vette. Ora alla Dea basta solo una vittoria, con tre punti che il Gasp vorrebbe conquistare già oggi, nell’anticipo della 37esima giornata e senza poi rischiare nulla contro il Milan nell’ultimo turno di questo campionato equilibrato fino all’ultimo per i piazzamenti nelle competizioni europee.

Così in campo

Sulla formazione da schierare il tecnico dei bergamaschi ha quindi l’imbarazzo della scelta, ma dovrebbe tranquillamente riproporre il 3-4-1-2, collocando il trequartista ucraino alle spalle di Zapata e Ilicic, coprendo il centrocampo con gli inamovibili Freuler e De Roon. Sulle fasce Gosens e Maehle, mentre la difesa a tre davanti a Gollini sarà composta da Palomino, Romero e Djimsiti, con Toloi che dovrebbe finalmente permettersi un turno di riposo. Pasalic, Pessina, Miranchuk, Lammers e Muriel tutti pronti a subentrare, con il colombiano che ha già fatto la differenza in tantissime occasioni spaccando le difese una volta che gli avversari erano stanchi. I rossoblù sono chiaramente proiettati alla prossima stagione, ma la volontà sarebbe quella di chiudere bene il campionato anche se la lista degli infortunati è lunga. Tutti out Criscito, Biraschi, Pellegrini, Badelj, Czyborra e Scamacca per vari guai e infortuni muscolari. Ecco che così in panchina potrebbero sedersi tre giovani come Dumbravanu, Eyango e Caso. Il tecnico attraverso il suo vice Carlo Regno ha fatto capire l’approccio che avrà la sua squadra contro i bergamaschi: «Tanta umiltà ma orgogliosi del cammino fatto, soprattutto nella seconda parte di stagione». Il 3-5-2 di Ballardini avrà con tutta probabilità Rovella al centro della mediana in regia, mentre Zajc e Strootman gli giocheranno accanto. Sulle fasce Zappacosta e Ghiglione a supporto degli attaccanti Destro e Shomurodov. Davanti a Perin la difesa a tre formata da Masiello, Zapata e Goldaniga. In panchina pronti a subentrare Pjaca e l’inossidabile Pandev.

 

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