Beate è un film del 2018 di genere Commedia con Donatella Finocchiaro, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Lucia Sardo, Licia Navarrini, Felicitè Mbezelè, in onda stasera alle ore 21.25 su Rai 1.
Andrà in onda su Rai 1 domenica 6 giugno, alle 21,25, “Beate”, il film di Samad Zarmandili che vede fra le interpreti, nei panni di una suora, l’attrice carpigiana Betti Pedrazzi. Il film racconta di una fabbrica di biancheria intima del nord Italia che mette in cassa integrazione le sue operaie. Nello stesso momento, le suore di un monastero rischiano lo sfratto. Ci vorrebbe un miracolo per salvare la situazione, fino a quando Armida, una delle operaie, ha un’idea che potrebbe risolvere ogni cosa. “Beate” diventa così una storia di rivalsa tutta al femminile. (clicca qui per vedere il film in streaming gratis su Rai Play.
Dopo aver diretto dei cortometraggi alcuni episodi della fiction Squadra Antimafia, Samad Zarmandili si cimenta dietro la macchina da presa per un prodotto cinematografico, confezionando un delizioso film, leggero e ironico, che tra battute e gag scoperchia una triste realtà lavorativa attuale. Nel film, la crisi colpisce una fabbrica di intimo, ma al suo posto potrebbe esserci anche una grossa azienda o una piccola compagnia. Beate è la storia di questo gruppo di donne che non si arrende di fronte alla cassa integrazione. Fanno dei mercatini, ricevono tante critiche, ma alla fine riescono a metter su un business che funziona, a dispetto di chi le dava per vinte. Il personaggio di Armida è interpretato da Donatella Finocchiaro, la sostituta della Madre superiora del monastero da Maria Roverano e Betti Pedrazzi fa parte del gruppo di suore che costituiscono una delle note più spassose del film.
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Trama del film Beate
Armida vive in un paesino del Polesine dove lavora in una ditta di biancheria femminile. Quando la proprietaria dell’impresa annuncia di dover chiudere per la crisi economica, Armida cade nella disperazione. Poco lontano vive una situazione simile un gruppo di suore, abili nell’arte del ricamo, a rischio di allontanamento dal loro amato convento. Per “sopravvivere” lavoratrici e suore s’inventano un business fuori dalle regole: una produzione artigianale e clandestina di lingerie.