Caso Sara Pedri: 70 ostetriche pronte a parlare e denunciare

Circa 70 ostetriche dell’ospedale Santa Chiara di Trento hanno chiesto di essere sentite dalla commissione interna dell’Azienda sanitaria provinciale istituita per far luce sulla scomparsa di Sara Pedri.

sara pedri, 70 ostetriche vogliono essere sentite

Il reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento continua a restare nell’occhio del ciclone. Da quando lo scorso marzo è scomparsa Sara Pedri, ginecologa forlivese di 31 anni che ha lavorato lì prima essere trasferita a Cles, si sono susseguite una dietro l’altra le voci sull’atmosfera pesante che si respirerebbe tra i corridoi della struttura.

In questi mesi la famiglia della giovane dottoressa ha denunciato pubblicamente più volte il clima di lavoro di cui spesso Sara Pedri parlava, che sarebbe anche il motivo delle sue dimissioni. Tra le ipotesi, mobbing, molestie e abuso di potere. Sulla scomparsa della ginecologa è attualmente in corso un’indagine della Procura di Trento, che ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato. Si teme che la donna possa essersi tolta la vita: vicino al ponte di Mostizzolo, al confine tra i Comuni di Cis e di Cles, è stata rinvenuta la sua auto con all’interno il cellulare, ma le ricerche non hanno dato nessun esito.

L’azienda ospedaliera nel frattempo ha invitato il personale a presentarsi volontariamente alla commissione d’indagine interna, istituita dall’Apss per far luce sulla situazione dopo la forte risonanza mediatica. Nelle ultime ore è circolata la notizia di una lettera inviata da 70 ostetriche del reparto di ginecologia dell’ospedale di Trento al direttore sanitario Antonio Ferro per chiedere di essere ascoltate tutte. “Riteniamo che la modalità su base volontaria sia poco tutelante per noi e per l’eventuale esposizione di elementi”, hanno scritto.

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Caso Sara Pedri, approvata la richiesta delle 70 ostetriche dell’ospedale di Trento

Come reso noto dal quotidiano Il Dolomiti la prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento, Barbara Poggio, ha spiegato che la lettera è arrivata in seguito alle perplessità “non tanto verso l’istituzione di una commissione interna, quanto sulle scarse tutele offerte a chi dovesse scegliere di esporsi”. Secondo l’accademica, non è casuale se negli ultimi dieci anni si è registrato un turnover molto elevato, con 19 medici che hanno lasciato il reparto. Per questo motivo ha raccontato che per affrontare il problema è giusto che le persone al corrente dei fatti si presentino tutte, evitando così di rischiare ripercussioni personali.

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Il direttore sanitario dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Antonio Ferro, avrebbe già risposto telegraficamente alle 70 ostetriche. “Proposta accettata”, avrebbe fatto sapere secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Nel frattempo la senatrice trentina Donatella Conzatti ha chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di intervenire sulle misure che si intende intraprendere “al fine di verificare le effettive condizioni di lavoro e di gestione nel reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento e nell’Apss”.

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