Blitz contro il mandamento di Partinico: 81 arresti. C’è anche una pentita

In un blitz della Dda contro il mandamento di Partinico oltre 80 persone sono state arrestate: tra queste, anche un’ex collaboratrice di giustizia appartenente al clan Vitale.

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Credit: Salvatore Laporta/Getty Images

Gli arresti sono 81, di cui 63 in carcere e 18 ai domiciliari. Il bilancio dell’operazione denominata “Gordio”, diretta dalla Dda di Palermo ed eseguita dal Comando provinciale dei carabinieri di Palermo alle prime ore di oggi, lunedì 5 luglio, ha colpito duramente il mandamento mafioso di Partinico. Le accuse nei confronti degli indagati interessati dall’ordinanza di custodia cautelare sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, reati in materia di armi, droga, estorsione e corruzione.

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Partinico, maxi blitz contro la mafia: i dettagli dell’operazione

Il blitz, portato avanti con il supporto di unità cinofile ed elicotteri, ha riguardato diverse provincie: Palermo, Trapani, Latina, Napoli, Roma e Nuoro. Nell’ambito del concorso in associazione mafiosa finalizzata al traffico di droga, di cui marijuana, cocaina e hashish, sono state smantellate cinque organizzazioni criminali. La complessa inchiesta che ha portato all’esecuzione dell’operazione “Gordio” era partita nel novembre del 2017 sulla base della relazione tra l’imprenditore vinicolo di Partinico Ottavio Lo Cricchio e Michele Vitale, esponente del clan mafioso Vitale finito agli arresti.

Dalle indagini è stato possibile ricostruire i ruoli degli altri malviventi coinvolti nel mandamento. Tra questi, anche Giuseppa Vitale, meglio nota con il nome Giusy e sorella dei rampolli Vito e Leonardo. La donna, oggi 49enne, in passato ha guidato il clan, soprannominato dei “fardazza”, ma è poi divenuta collaboratrice di giustizia. Tuttavia non si sarebbe mai dissociata dall’attività criminale, fornendo un contributo nella compravendita di droga da altri “fornitori” mafiosi, come ricostruito grazie all’utilizzo di microspie nascoste.

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L’inchiesta ha fatto emergere che la storica famiglia dei Vitale, la cui ascesa fu favorita dai corleonesi di Totò Riina, ha continuato a ricoprire un ruolo importante negli assetti mafiosi. Tra i destinatari delle misure cautelari c’è anche un agente di Polizia penitenziaria del carcere palermitano Pagliarelli, il qualche avrebbe favorito le comunicazioni all’esterno di Francesco Nania, arrestato tre anni fa per associazione mafiosa in qualità di referente del mandamento di Partinico.

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