Matteo Renzi e il “manager dei vip” Lucio Presta indagati per finanziamento illecito

Matteo Renzi e Lucio Presta indagati per finanziamento illecito, al centro dell’indagine i bonifici del documentario “Firenze secondo me”.

In queste ultime ore il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e il cosiddetto “manager dei VIP”, Lucio Presta sono indagati dalla procura di Roma per finanziamento illecito e false fatturazioni. La guardia di finanza, su delega dei pm, hanno perquisito l’immobile del produttore.

Renzi si dichiara tranquillo in merito alle indagini, e afferma che tutte le attività che svolge sono legali e dunque non avere nulla da nascondere. Il politico invece si lamenta del fatto che ad annunciargli di essere indagato non è stato un magistrato, né la polizia giudiziaria, né il suo avvocato, ma un giornalista. A fine giornata conclude in una live sul suo profilo Facebook, prima di entrare al Senato per discutere del Ddl Zan, dicendo: “Buon lavoro ai magistrati, non ho nulla da nascondere. E non ho paura di niente e di nessuno”.

L’indagine parte in relazione alla vicenda del documentario su Firenze dal nome “Firenze secondo me” realizzato dalla società di Lucio Presta, Arcobaleno Tre. Il progetto televisivo andato in onda su Discovery, fece incassare a Renzi quasi mezzo milione di euro, una cifra che appariva troppo alta per un documentario, di netto superiore anche ai cachet dei  conduttori di fama mondiale del calibro di Alberto Angela. Due anni fa, quando iniziò il progetto, alcune fonti interne all’emittente rivelarono che il documentario presentato dal politico era stato comprato per poche migliaia di euro. Oggi invece gli investigatori hanno scoperto come la società di Presta e del figlio, entrambi indagati, ha fatto a Discovery una fattura da appena mille euro, la quale non risulta ancora incassata.

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Al tempo il “manager dei VIP” aveva giustificato il suo oneroso investimento con il fatto che per lui il suo documentario, nonostante avesse fatto il 2% di share, avesse un valore simbolico. Per conto suo il leader di Italia Viva ha risposto che a lui non importava essere pagato come una star del cinema. La procura di Roma per vuole vederci chiaro, non solo  sul documentario in questione, ma soprattutto su altri due contratti e relativi bonifici di centinaia di migliaia di euro sempre a favore di Renzi, e scoperti grazie ad una verifica fiscale proprio nella sede della società Arcobaleno Tre.

Ecco la live di Facebook in cui Renzi replica alla notizia dell’avviso di garanzia:

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