Francesco Pantaleo: L’indicibile dolore dei suoi genitori. Mamma Franca e papà Tonino avevano lanciato continui appelli fino all’arrivo della tragica notizia
Vi sono prove che l’uomo non dovrebbe mai affrontare. Troppo più grandi di lui per poterle sostenere. Troppo devastanti per poterle superare. La morte di un figlio per due genitori equivale alla loro morte, forse anche di più. La loro morte li avrebbe al massimo spaventati, la morte del loro figlio rende senza senso il tempo che rimane loro da vivere. Mamma Franca e papà Tonino hanno fatto di tutto per ritrovare il loro Francesco. Non hanno potuto evitare il peggio.
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Francesco Pantaleo era scomparso una settimana fa, senza lasciare alcuna traccia. Nessun messaggio, nessun biglietto. Nulla. I suoi genitori avevano lanciato un appello sulle pagine de “La Nazione”: “Francesco noi ti aspettiamo”. Purtroppo nessuna risposta, perché risposta non vi poteva essere. Il ritrovamento del cadavere carbonizzato del giovane ventitreenne di Marsala, ha chiuso tragicamente il cerchio.
La morte di Francesco Pantaleo resta un giallo che rimarrà tale fino a quando non verrà effettuata l’autopsia sul cadavere del giovane studente universitario. Al momento nessuna ipotesi è esclusa, sia l’omicidio che il suicidio sono ritenute eventualità possibili. Il giovane era uno studente in Ingegneria informatica da quattro anni ed era prossimo alla laurea. Viveva in un appartamento a Pisa, non distante da Pescina, la località dove è stato trovato il corpo. Ai suoi genitori Francesco aveva detto di avere l’appello di laurea, ma in quella data non era previsto il suo esame. Altro mistero nel mistero.
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Non poteva mancare il ricordo proveniente dall’Università di Pisa dove studiava Francesco Papaleo: “Qui dentro tutti quanti sentiamo “gli avversi numi e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta. Rip!”, una meravigliosa citazione tratta da “In morte del fratello Giovanni” di Ugo Foscolo. Tutto si unisce allo straziante dolore della madre di Francesco, che ha detto di dormire nel suo letto e di sentire il profumo delle sue camicie, perché ora non ha nient’altro che gli possa far ricordare il suo amato figlio.
Vi sono prove che l’uomo non dovrebbe mai affrontare e che il destino non gli dovrebbe mai porre dinanzi. Troppo grandi per poterle sostenere e superare. Troppo.
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