Un nuovo attacco hacker ha colpito la società taiwanese Gigabyte. Il metodo utilizzato? Quello della forzatura attraverso un ransomware, il più fruttuoso malware forse mai progettato. Gli hacker hanno rubato 112GB di dati e informazioni sensibili, come riporta il sito Hdblog.
La società taiwanese produttrice di schede madri e hardware è stata colpita da un attacco hacker operata attraverso un ransomwere. Sotto le mani degli hacker, 112GB sottratti e sotto ostaggio, compresi dati sensibili e informazioni. Ma a rendere l’azione in qualche modo atipica, è stato l’utilizzo del malware RansomEXX che, come spiega Hdblog, è lo stesso utilizzato per l’attacco hacker nei confronti della Regione Lazio – gli hacker, potrebbero essere quindi gli stessi che hanno messo in down i sistemi informatici del Ced della Regione. A spiegare l’utilizzo del RansomEXX è stato Bleepingcomputer – che ha dichiarato anche di aver provato a contattare Gigabyte ma senza alcun esito.
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La società è stata minacciata dagli hacker di rivelare le informazioni sensibili e di pubblicarle in rete, nel caso in cui non venisse pagato il riscatto. In un messaggio, lasciato sulla pagina del sito di Gigabyte, i pirati informatici hanno scritto: “Non provate a modificare o a rinominare nessuno dei file criptati; questa azione porterà a seri danni del file system” – quasi a rimarcare quanto l’attacco sia pesantemente invadente.
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L’attacco ha avuto luogo la scorsa settimana, come racconta Hdblog e, da quanto si apprende, i server dell’azienda colpiti sono stati diversi, così come, conseguentemente, anche altri siti satellite. La decisione dell’azienda è stata quella di mettere offline i sistemi IT. Bleepingcomputer ha spiegato che gli hacker hanno condiviso degli screenshot di quattro documenti sottratti dai server, per dimostrare la veridicità dell’accaduto – gli stessi esecutori dell’attacco sostengono di aver rubato i 112 GB. Nell’ultimo hanno questi tipi di attacchi hanno subito un’accelerata unica dal punto di vista del danno quantificato – si parla di un mercato da miliardi di euro. In Italia attacchi del genere hanno colpito, oltre alla Regione Lazio, anche realtà come Enel, Geox e Campari.
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