Le piante sentono, interagiscono e apprendono?

“Perché non ci dovrebbero essere, oltre le anime che camminano, gridano, mangiano, anche anime che silenziosamente fioriscono e spandono odori?” scriveva Gustav T. Fechner nel suo libro “Nanna o L’anima delle piante”, scritto nel 1848. Per alcune religioni e non solo, le piante sono persino dotate di un’anima, tanto da essere, prendendo l’esempio della religione buddista, in grado di raggiungere l’illuminazione, o nel caso dell’induismo, dove alcune piante sono persino sacre. Ma le piante interagiscono realmente con l’ambiente circostante e con l’uomo? e perché, in fondo, l’idea che le piante ci sentano, non è poi così errata? La ricerca scientifica prova a dare una e più risposte, come racconta la BBC Nature, senza però, pretendere molto, vista la grande complessità degli studi sulla vegetazione.

(Photo by Allison Dinner/Getty Images)

Il complesso mondo della vegetazione, così vasto e misterioso, riserva spesso delle sorprese, anche sulle risposte che sembrano le più scontate, sovente quelle maggiormente bizzarre. Per molti però, il rapporto con la natura, va anche oltre l’istinto di un semplice convivere e si amplia al più intimo stato d’animo. C’è chi conversa con un animale, chi con il mare, e chi, con un albero. Sappiamo, seppur con molte zone d’ombra, che le piante comunicano tra di loro, molto probabilmente azionando meccanismi di difesa e captano i segnali attraverso le molecole. Ma questa certezza può sconfinare oltre?

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Una studiosa molto attiva sugli studi relativi alla comunicazione delle piante, è certamente Monica Gagliano, ricercatrice presso l’University of Western Australia e responsabile di diverse pubblicazioni, molto citate per l’affermazione molto discussa da alcuni, che queste ultime, sentono, apprendono e sono dotate di una certa memoria. La ricercatrice è forse la principale voce che spinge gli studiosi ad applicarsi maggiormente nelle ricerche sulla comunicazione della vegetazione. In uno studio, la Gagliano, insieme ad altri autori, ha illustrato come le piante riescano, attraverso le radici, a percepire l’acqua e localizzarla. Una ricerca che dimostra come le piante siano dotate di meccanismi intelligenti passati spesso inosservati.

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In un altro articolo, altri autori e la stessa Gagliano, hanno tentato di rilevare dei suoi emessi dalle piante, in un laboratorio e attraverso una speciale apparecchiatura laser. Il risultato, seppur, spiega la BBC, necessitando comunque di ulteriori approfondimenti riguardo alla capacità comunicativa, è stato secondo i ricercatori positivo. Inoltre, spiega la BBC, i ricercatori hanno affermato che, alcune frequenze hanno fatto variare la direzione di crescita. In Israele la tesi della Gagliardo sembra comunque trovare qualche riscontro: alcuni ricercatori israeliani hanno infatti pubblicato uno studio che afferma che le piante, percependo il ronzio degli impollinatori aumentano in modo considerevole i propri livelli di zucchero. Altre ricerche invece affermano che le piante che percepiscono i suoni degli bruchi hanno una maggiore produzione di sostanze chimiche come meccanismo di difesa. C’è persino chi è andato oltre – il Qingdao Physical Agricultural Engineering Research Center, ha infatti prodotto un dispositivo per trasmettere il suono alle piante, sostenendo che questo provochi un aumento della produzione delle stesse piante e che ciò possa servire per ridurre l’utilizzo da parte dell’uomo di fertilizzanti. Quello che sembra quasi certo è che le piante riescano a percepire i suoni, anche se le modalità di come questo avvenga sono ancora da scoprire nell’intera complessità. E forse, anche se la vegetazione non può rispondere, certamente merita maggiori attenzioni e una più ampia tutela in tutto il mondo.

 

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