Green pass, Draghi firma il Dpcm per controlli sui luoghi di lavoro: le regole

Green pass obbligatorio dal 15 ottobre nel pubblico e nel privato: come avvengono le verifiche, chi deve farle e quali sono le sanzioni

green pass verso estensione obbligo
Credit: Stefano Guidi/Getty Images

Nella serata di martedì 12 ottobre il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il Dpcm sulle modalità di verifiche del Green Pass per i datori di lavori pubblici e privati in vigore dal prossimo 15 ottobre. I controlli avverranno tramite i sistema di lettura del QR code e della temperatura.

Potranno essere svolti controlli a campione su parte del personale in servizio non inferiore al 20% – assicurando la rotazione – ma anche su tutti i dipendenti. Nel documento firmato si legge che la funzione di controllo può essere delegata dal datore “con atto scritto a specifico personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale”.

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Green pass, assenti ingiustificati i lavoratori senza: le sanzioni

green pass, gli obblighi dal 1 settembre
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I lavoratori che non presentano il Green pass sono considerati assenti ingiustificati e non gli vengono versati né compensi né contributi di natura previdenziale. Nelle Faq del governo si legge che i giorni di assenza “non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita della relativa anzianità di servizio”. Chi entra a lavoro senza Green pass può essere multato dai 600 ai 1500 euro. A questi si aggiungono le sanzioni disciplinari previsti dai contratti nazionali di settore.

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Per specifiche esigenze lavorative come l’ingresso a lavoro su turnazione i datori di lavoro possono chiedere la verifica anticipata ma non oltre le 48 ore. Il controllo sarà utile sono per verificare il possesso del certificato verde e il corso di validità; non sarà consentito avere nessuna altra informazione come la data di scadenza né la data di somministrazione del vaccino, né sarà consentita conservare una copia.

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