L’1 novembre, su Rai1, verrà trasmesso “Crazy for football – Matti per il calcio”. Il film affronta il tema della malattia mentale e dell’effetto terapeutico che possono avere lo sport ed il gioco di squadra.
Questa sera su Rai1 andrà in onda “Crazy for football – Matti per il calcio”, film presentato alla Festa del cinema di Roma, con la regia di Volfango de Biasi, la produzione di Mad Entertainment e Rai Fiction ed il supporto della Federazione Italiana Giuoco Calcio e della Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale.
#CRAZYFORFOOTBALL Lunedì 1 novembre alle 21:30 su RAI 1 pic.twitter.com/3c36ao6y4B
— Santo Rullo (@Santorullo) October 22, 2021
“Crazy for football”, Castellitto: “Le fragilità ci rendono speciali”
Il film ha come protagonista Sergio Castellitto, che interpreta il ruolo dello psichiatra Saverio Lulli. Il personaggio è ispirato alla figura di Santo Rullo, psichiatra e appassionato di calcio che da trent’anni si impegna affinché venga riconosciuto il valore terapeutico che lo sport può avere per i pazienti psichiatrici.

Nonostante le sue teorie incontrino spesso l’ostilità dei colleghi, Saverio non si arrende e decide di rivolgersi all’ex calciatore Vittorio Zaccardi – interpretato da Max Tortora – vedovo e ludopatico.
Il progetto del medico è quello di allenare una squadra di calcio speciale, composta da un paziente schizofrenico, uno bipolare, uno paranoico, uno depresso, uno con disturbo ossessivo compulsivo e uno che non sopporta il contatto fisico. La squadra partecipa al Campionato mondiale per pazienti psichiatrici, una competizione nata nel 2016 nella quale l’Italia ha trionfato nel 2018 a Roma vincendo la Dream Word Cup.
Sergio Castellitto, parlando del film, ha affermato che “La materia della psiche è intrinseca al mestiere d’attore”. Castellitto ha spiegato che anche Lulli, il personaggio che interpreta, è una “persona problematica”: il medico è “un padre inadeguato, un ex marito fuggitivo”. Lo stesso vale anche per Vittorio Zaccardi: l’ex giocatore di calcio soffre, infatti, di ludopatia. Come affermato da Castellitto: “sono le nostre fragilità che ci rendono speciali”.