Sono passati 100 anni dalla sepoltura del Milite Ignoto. Oggi ripercorriamo la storia di Maria Bergamas, la donna che venne scelta come rappresentante delle madri italiane che avevano perso un figlio per via della Prima guerra mondiale senza riceverne le spoglie.
Il 4 novembre del 1921 si è tenuta la sepoltura del Milite Ignoto presso l’Altare della Patria di Roma, come simbolo dei soldati morti durante la Prima guerra mondiale e i quali corpi non sono stati identificati.
In onore della celebrazione dei 100 anni dall’avvenimento, ripercorriamo la storia di Maria Bergamas: la donna scelta per rappresentare tutte le madri italiane che avevano perso un figlio in guerra e che non avevano ricevuto le sue spoglie.
Durante la giornata di lunedì 3 ottobre del 1921 una commissione organizzata per la scelta del Milite Ignoto e per la ricerca delle salme partì con la ricerca della prima spoglia, verso il Trentino.
Furono rinvenute undici salme nei pressi dei campi di battaglia italiani più importanti durante la Prima guerra mondiale: Grappa, Montello, Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Piave, Cadore, S. Michele, Castagnevizza, Gorizia, Isonzo.
Le spoglie vennero portare a Gorizia, con la celebrazione di una messa funebre solenne, e successivamente furono trasportate ad Aquileia, comune del Friuli-Venezia Giulia. Una volta arrivate, le salme furono portate a spalla nella Basilica d’Aquileia: lì davanti si era già riunita una folla ed il vescovo di Triste tenne la cerimonia.
In quel momento entrò in scena Maria Bergamas: la donna era la madre del sottotenente Antonio Bergamas, il quale aveva perso la vita in seguito ad un attacco sul Monte Cimone. Il corpo del sottotenente non era stato ritrovato ma, come riconoscimento per il suo impegno, era stato decorato di medaglia d’oro al valore militare.
Maria Bergamas era stata scelta per scegliere la bara del Milite Ignoto: la donna, dopo essersi inginocchiata dinanzi all’altare, si mise a camminare davanti alle casse. Una volta arrivata davanti alla penultima bara, Maria Bergamas emise un urlo che ruppe il silenzio nella Basilica, gridando il nome del figlio e abbracciando il feretro.
Successivamente, il convoglio proseguì in quello che venne riconosciuto come il funerale dell’intero Paese, tra l’addoloramento dei cittadini, passando per Friuli, Veneto, Emilia, Toscana e Lazio.
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