Addio all’ex difensore del Milan, Gino Maldera, lutto prima del derby: vinse la Coppa Campioni col Trap e Rivera.
Si è spento oggi all’età di 75 anni compiuti Luigi Maldera detto Gino, calciatore di origini pugliesi, ma che ha fatto in parte la storia del Milan. Difensore di razza, era il maggiore dei tre fratelli Maldera, più grande sia di Attilio, che del più noto Aldo. Dopo la fine della carriera di calciatore, aveva anche allenato a discreti livelli.
Figlio di emigrati baresi a Bresso, Gino Maldera, come gli altri due fratelli, era cresciuto nelle giovanili del Milan e quindi ha esordito in prima squadra il 27 ottobre 1965 contro lo Strasburgo, nella Coppa delle Fiere 1965-1966. Un esordio sfortunato, perché il Milan perse quella sfida per due reti a uno.
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Dopo essere stato in prestito per alcune stagioni in serie B, tra il 1966 e il 1968, giocando con Verona e Monza, fa quindi il suo ritorno a Milano ed esordisce in Serie A il 1º dicembre 1968 contro il Cagliari. Venne chiamato a coprire un bomber di razza come Roberto Boninsegna e senza dubbio non sfigurò.
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Quella stagione in rossonero fu quella che non ha mai dimenticato: vinse infatti una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale, entrambe nel 1969. Era il Milan guidato da Trapattoni e Rivera e allenato da Pierino Prati. In tutto coi rossoneri giocò tre stagioni, la prima di queste con l’esordiente fratello Attilio, che però non ha mai ottenuto una sola presenza col Milan.
In quei tre anni ha collezionato complessivamente 72 presenze. Nella stagione 1971-1972 si trasferisce a Catanzaro, neo promosso in serie A: nello stesso anno, in rossonero arriva Aldo Maldera, in una ideale staffetta tra fratelli. Il minore dei Maldera – noto come Cavallo – ebbe in rossonero anni fantastici ma anche la delusione della Serie B, quindi morì prematuramente a 58 anni nel 2012.
Gino Maldera invece rimase sei anni a Catanzaro, tra serie A e serie B, diventando un perno di quella squadra. Passa poi a Piacenza e Seregno, dove chiude una carriera costellata da 92 presenze e 4 reti in Serie A. Campione anche di fair play, di dichiarata fede rossonera, dopo il ritiro ha allenato le squadre giovanili del Milan, per poi diventare istruttore di Scuole Calcio.
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