Settore privato: raggiunto accordo sullo smart working

È giunta alla conclusione la trattativa che aveva al centro del dibattito la regolamentazione dello smart working anche per i privati.

(Photo by Sean Gallup/Getty Images)

Al tavolo il governo, i sindacati ma anche le associazioni di categoria che hanno siglato un importante accordo per regolare il lavoro agile anche nella fase post-pandemica. Nelle nuove regole il via al diritto alla “disconnessione”.

Finalmente i lavoratori in smart working avranno diritto a non essere reperibili durante una certa fascia oraria.  Le nuove regole, seppur subito attive, entreranno in vigore dopo la fine dello stato di emergenza, molto probabilmente dopo la fine dell’anno.

Il nuovo Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile protocollo”, come spiega Il Post, è un aggiornamento delle regole riscontrabili nella legge n. 81 del 2017. Da questo punto di vista, la legge in questione ha mantenuto le linee guida per l’anno pandemico, adesso, il nuovo accordo va ad aggiungersi a quello di novembre siglato per gli uffici pubblici.

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Gli articoli sono 16. Lavorare in smart working sarà comunque una scelta personale e deve essere seguita dalla sigla di un accordo tra l’azienda e il dipendente. Si potrà rifiutare lo smart working senza che il lavoratore subisca il licenziamento. Nell’accordo tra lavoratore e dipendente sarà necessario specificare la durata del lavoro agile o il suo tempo indeterminato. In più subentra anche il diritto alla “disconnessione”.

In poche parole, si legge nell’accordo “ferme restando le previsioni di legge e di contratto collettivo, la giornata lavorativa svolta in modalità̀ agile si caratterizza per l’assenza di un preciso orario di lavoro e per l’autonomia nello svolgimento della prestazione nell’ambito degli obiettivi prefissati”, così si deciderà prima anche la fascia oraria dove il lavoratore non sarà reperibile. Inoltre il dipendente potrà richiedere i permessi per motivi personali, anche se non in sede.

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Sui mezzi per lavorare in smart working, l’azienda, dovrà fornire al lavoratore “la strumentazione tecnologica e informatica necessaria allo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile”, questo comprende che anche le spese di riparazione della strumentazione dovrà essere a carico dell’azienda.

Dal punto di vista economico, a chi lavora in smart working dovrà essere assicurata la stessa retribuzione dei dipendenti in sede. Inoltre il lavoratore gestirà in autonomia il lavoro “nell’ambito degli obiettivi prefissati”.

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