Fabrizio De André & PFM: la vera storia del concerto ritrovato

Fabrizio De André & PFM, il live del 1979 perso e riscoperto: l’evento è diventato un documentario di Walter Veltroni

3 gennaio 1979, Fabrizio De André tiene un concerto a Genova, la sua amata città, insieme alla Premiata Forneria Marconi. L’evento fu straordinario non solo per la musica che le parti in causa hanno prodotto ma già la sua organizzazione. È noto infatti che Faber non amasse particolarmente i concerti.

De Andrè con la PFM
De Andrè con la PFM (Foto Facebook MMB – Napoli)

Non solo la serata si tenne e fece emozionare i tanti presenti ma fu anche registrata. Poi, forse proprio come un segno del destino, il nastro scomparve. Successivamente ritrovato Walter Veltroni ha realizzato un documentario con i ricordi dei partecipanti.

In effetti quella fu una nuova ‘concessione’. Già nel 1975 aveva ceduto e qualche concerto era stato fatto ma senza troppi cambiamenti e le performance proposte erano praticamenti i pezzi originari e incisi nei dischi pubblicati.

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Fabrizio De André & PFM: stasera in onda: chi ha ritrovato il concerto

Quando poi ci fu l’incontro con i componenti della PFM abbracciò ancora di più l’idea dei live –  pur restando sempre un po’ distante – nonostante il cantautore e la Premiata avessero due pubblici diversi.

De Andrè, screen del concerto)

Proprio queste diversità diedero vita a un evento più unico che raro, una mescolanza di differenti suoni e prostetive che fuse insieme diedero vita a qualcosa di stupendo.

De Andrè diede il via libera alla registrazione ma pretese che il centro della scena restasse la musica: telecamere e altri strumenti non dovevano interferire con lo svolgimento dell’evento.

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RaiUno trasmetterà il documentario di Veltroni nella seconda serata di lunedì 10 gennaio alle 23.35. Ci sono i contributi di Dori Ghezzi, Patrick Djivas, Franco Musida, Flavio Premoli, Piero Frattari, Guido Harari, David Riondino e Antonio Vivaldi. C’è anche Franz Di Cioccio che si è messo alla caccia del nastro, salvato econservato dal regista Piero Frattari che l’ha conservato.

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