Oki, c’è un pericolo che tutti trascurano: non ci scherzare, le conseguenze sono gravi

L’Oki è uno dei medicinali a più largo consumo. Attenzione, però: questo farmaco ha diverse controindicazioni, anche di grave entità.

Oki
Oki, attenzione agli effetti collaterali (fonte pixabay)

Quanti di noi hanno una scorta ben nutrita di Oki nel cassetto dei medicinali o in borsa? Spesso può succedere di incorrere in malesseri improvvisi, e questo farmaco è in grado di lenire velocemente il dolore. Il suo principio attivo è il ketoprofene, appartenente alla famiglia dei FANS, i farmaci antinfiammatori non steroidei. Derivante dalla sintetizzazione dell’acido propionico, il ketoprofene rientra spesso nei farmaci da banco, ed è perciò acquistabile senza esibire ricetta medica.

Presente sul mercato in diverse formulazioni, Oki è sicuramente un rimedio salva-vita nei casi di dolore acuto: vediamo quando assumerlo, e quando evitare assolutamente il suo impiego.

Oki: alleato insostituibile o farmaco da evitare?

gravidanza, effetti indesiderati dell'Oki
gravidanza, effetti indesiderati dell’Oki (fonte pixabay)

Il ketoprofene si assume spesso in caso di febbre, dolori localizzati, dolori mestruali, infiammazioni acute e dolori post-operatori. Inoltre, è efficace anche per combattere il mal di testa, il dolore ai denti e lenisce il malessere da artrite reumatoide. Esso inibisce la sintesi delle prostaglandine, e blocca la distribuzione di bradichinina, sostanza rilasciata durante il processo infiammatorio, in grado di attivare i recettori periferici del dolore.

Come ogni farmaco, però, anche Oki può produrre nell’organismo effetti collaterali nocivi, come ad esempio nausea, dolori addominali, stipsi, vomito e gastrite. Può inoltre danneggiare le pareti dello stomaco, intestino o esofago, provocando ulcera paptica e colite. Spesso l’impiego di Oki è associato anche a episodi di sonnolenza, cefalea e vertigini, e può condurre allo sviluppo di reazioni allergiche anche ritardate.

Le conseguenze più severe, però sembrano riguardare le interazioni con eventuali gravidanze, e il successivo allattamento del neonato. Il ketoprofene è infatti sconsigliato durante tutto l’arco della gestazione, in quanto è in grado di interferire con lo sviluppo embrionale, e successivamente fetale. L’abuso incontrollato di tale farmaco può aumentare inoltre il rischio di aborto spontaneo e di malformazioni del nascituro, anche in forme gravi. Non solo: può avere anche risvolti negativi sulla fertilità femminile: nel caso si stia ricercando una gravidanza, è altamente sconsigliato l’uso di Oki e di farmaci equivalenti. Precisiamo che, onde evitare eventuali interazioni nocive, è sempre buona norma confrontarsi con la propria ginecologa di fiducia, che potrà effettuare una valutazione specialistica del rapporto rischi-benefici, e consigliarci così al meglio.

 

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