Olio extravergine d’oliva FALSO: solo queste marche sono davvero evo, non fidatevi delle scritte

Fate molta attenzione quando comprate l’olio extravergine d’oliva. Nonostante le etichette, molti non sono evo: ecco di quali fidarsi davvero

Olio extravergine d'oliva
Olio extravergine d’oliva (Pixabay)

È uno degli ingredienti principali della cucina italiana e della dieta mediterranea, l’olio extravergine d’oliva. Condimento di insalate e piatti freddi o base per un soffritto fatto a regola d’arte, in ogni cucina ce n’è almeno una bottiglia. Ma non solo: ognuno di noi ha la propria marca preferita, il produttore di fiducia dal quale non si potrebbe prescindere mai.

Un test condotto su 15 oli extravergine d’oliva, però, ha svelato ciò che nessuno avrebbe mai voluto sapere: non tutti sono effettivamente evo. Ecco di quali si tratta e, invece, quali sono le marche di cui ci si può fidare.

Olio extravergine d’oliva falso, la ricerca che sconvolge tutti

Olio extravergine d'oliva
Olio extravergine d’oliva (Pixabay)

Simbolo della dieta mediterranea, l’olio extravergine d’oliva si ottiene mediante la spremitura di olive sane, cioè che non hanno toccato terra. La sua lavorazione viene effettuata con supporti meccanici e senza l’aggiunta di alcun additivo: le olive, quindi, non vengono assolutamente sottoposte a trattamenti chimici. L’olio vergine, invece, viene miscelato con altri oli raffinati, cioè lavorati con composti chimici come il benzene. Questo ulteriore passaggio gli fa perdere di qualità e, inoltre, ne alza l’acidità, che dallo 0.8% dell’extravergine si alza sino al 2%.

Una ricerca della rivista Il Salvagente ha studiato quindici campioni di olio extravergine d’oliva di provenienza Ue, fatta eccezione di un campione. I quindici campioni son stati studiati in laboratorio e sono stati anche sottoposti a un’analisi sensoriale con panel test, per verificare se fossero effettivamente extravergini. Questa consiste in una prova di assaggio fatta da professionisti del campo: è questo passaggio che dà il via libera alla vendita e alla nomea di “extravergine” di un preciso olio.

Il test ha dato risultati inaspettati. Sette oli su quindici, a differenza di quanto dichiarato in etichetta, hanno dimostrato di avere difetti organolettici che in un olio extravergine non dovrebbero esserci: erano, quindi, solo oli vergini. La questione, sebbene abbia anche conseguenze a livello della salute poiché meno ricchi di sostanze nutritive, ha un risvolto anche economico. L’olio extravergine d’oliva, infatti, ha un costo del 30-40% in più rispetto a quello vergine: fingere che un prodotto sia tale, quindi, significa lucrare sulla falsità e ingannare il consumatore.

Le marche risultate conformi alle norme sono Monini (Classico) e Bertolli (Fragrante). Altri prodotti la cui qualità è confermata sono il Gran Delizia Igp Toscano e il PrimaDonna venduto da Lidl.

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