Un giovane ragazzo di Palermo, nel maggio del 2018, venne ucciso a causa di un post su Facebook. Ora la condanna definitiva: 14 anni di carcere
Nelle ultime ore, il colpevole dell’uccisione di Dino Salvato è finito in manette e la condanna è definitiva: deve scontare una pena di 14 anni di carcere.
![pistola](https://www.ck12.it/wp-content/uploads/2023/01/uccisopostfacebook-ck12.it-25012023-pixabay.jpg)
Si sa, la giustizia italiana è piuttosto lenta e certe questioni impiegano anni per arrivare a una soluzione finale. L’omicidio del 29enne Dino Salvato è accaduto il 21 maggio 2018 a Palermo e solo oggi la Cassazione ha scritto la parola “fine” su questa orribile vicenda: lo zio Alfonso Vela, che ha ammazzato il nipote a causa di un post su Facebook, è finito in carcere.
Alfonso Vela in carcere: uccise il nipote per un post
Secondo le ricostruzioni fatte dagli agenti, lo zio e il nipote erano entrambi raccoglitori di ferro. Tra di loro i rapporti non erano mai stati pacifici e la tensione era all’ordine del giorno. A scatenare la furia omicida di Alfonso Vela, però, fu un articolo condiviso dal povero Dino Salvato sul proprio profilo Facebook. Qui, si faceva riferimento a un sequestro di ferro e di rottami proprio a carico dello zio: dopo una lite, Vela impugnò l’arma e uccise il nipote.
Durante l’interrogatorio di garanzia, Vela provò a sostenere che fosse stato Dino a presentarsi armato e che lui si fosse solo difeso, strappandogli la pistola. Dopo diverse ore, però, lo zio di Dino confessò tutto e indicò anche il luogo in cui ritrovare l’arma del delitto.
Nel @TgrRai Sicilia delle 19.35.
Confessa lo zio di Dino Salvato ucciso ieri sera a #Palermo. Movente del delitto contrasti sugli affari illegali della compravendita di rame. pic.twitter.com/NxB3YmuHrx— Tgr Rai Sicilia (@TgrRaiSicilia) May 22, 2018
Negli ultimi giorni, la Corte di Cassazione ha confermato e reso definitivo il verdetto di condanna che la Corte d’Appello aveva ridotto da 18 a 14 anni per Alfonso Vela. Il reo confesso dell’omicidio del nipote, inoltre, deve risarcire i parenti della vittima con una cifra complessiva ancora da stabilire, ma che si prevede molto alta.
![manette](https://www.ck12.it/wp-content/uploads/2023/01/manette-ck12.it-25012023-pexels.jpg)
In sede di secondo grado, invece, era stato assolto Emanuele Marino, un parente di Alfonso Vela in primo luogo accusato di favoreggiamento. Secondo le prime ipotesi, era presente al momento dell’omicidio e avrebbe aiutato l’assassino a fuggire: per quanto riguarda lui, sono cadute tutte le accuse. Per lo zio di Dino, invece, si aprono in via definitiva le porte del carcere.