Si avvicinano le date della scadenza referendaria prevista per domenica 8 e lunedì 9 giugno. Quali sono gli effetti in caso di affermazione dei sì.
Mancano pochi giorni alle date previste per i referendum abrogativi in materia di lavoro e di cittadinanza, è quindi importante fare chiarezza sugli effetti in caso di affermazione dei sì. Va intanto detto che si tratta di referendum abrogativi, cioè di quesiti che propongono ai cittadini di abrogare totalmente o parzialmente una legge.

Non si tratta di referendum propositivi, che in Italia non esistono. Ricordiamo che i referendum sono un istituto giuridico previsto dalla Costituzione italiana. L’ordinamento italiano prevede oltre il referendum abrogativo quello costituzionale e il territoriale. In alcune però Regioni sono previsti referendum propositivi in alcuni casi. Importante sapere che i referendum abrogativi devono raggiungere la maggioranza degli aventi diritto al voto (quorum) per essere validi.
Referendum abrogativi, cosa succede in caso di vittoria dei sì
Qualora il numero votanti ai referendum non raggiunga il quorum, le norme sottoposte a quesito rimangono in vigore. Stessa cosa se a prevalere sono i no. Vediamo allora cosa succede in caso contrario.

Il primo quesito chiede l’abrogazione delle norme sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. In caso di vittoria del sì, è ripristinato il reintegro dei dipendenti licenziati in maniera illegittima nei loro posti di lavoro anche per i lavoratori sotto contratto dal 7 marzo 2015. Quindi stesse tutele per tutti i lavoratori a prescindere dalla data di assunzione.
Secondo quesito sulle tutele per i lavoratori delle piccole imprese, con la cancellazione del limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo o ingiustificato. In caso di vittoria del sì è il giudice a decidere l’ammontare del giusto risarcimento senza alcun limite.
Terzo quesito richiede l’abrogazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine che oggi possono essere instaurati fino a 12 mesi senza l’obbligo di causale che giustifichi il ricorso ai contratti a termine. In caso di vittoria del sì è ripristinato l’obbligo delle causali per i contratti a tempo determinato.
Il quarto quesito si concentra su salute e sicurezza al lavoro. Le norme attualmente in vigore non estendono la responsabilità alla ditta appaltante in caso di infortunio. Con l’affermazione del sì, le norme tornano a estendere la responsabilità anche all’impresa committente in caso di infortunio sul lavoro.
Infine il quinto quesito abroga la norma che allunga a 10 anni il tempo di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana. Con l’affermazione del sì, torna in vigore il limite temporale di 5 anni, ma restano invariati tutti gli altri requisiti: conoscenza della lingua italiana, possesso di un reddito consistente, rispetto degli obblighi tributari, mancanza di precedenti penali, assenza di ostacoli alla sicurezza nazionale.